IV domenica di Avvento – Anno C
Letture: Mi 5,1-4; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45
Forse in questi giorni sentiamo crescere in l’ansia di doverci preparare al Natale, prepararci adeguatamente alla festa della venuta di Dio. Ci saranno uomini e donne che vivranno il Natale in solitudine o come un giorno che debba passare in fretta: un lutto, un litigio, un debito da estinguere, scadenze da rispettare.
Forse potremmo vivere questo Natale non come un Natale da preparare ma piuttosto da accogliere.
E Dio viene e la storia della Salvezza prende il volto di un infante.
Se avessimo il coraggio di vedere davvero cosa sta per accadere!
Vedere che Dio si fa spazio in mezzo al letame e sceglie di nascere nell’aria acre di una piccola stalla. Vedere che la gioia è una tristezza superata, che Dio si schiera dalle parti degli ultimi, davvero, per sempre. Nessuna situazione è disperata, nulla può rubarci la gioia, perché finalmente Dio è con noi!
Miriam ed Elisabetta: le gravidanze impossibili
La piccola Maria sente il grembo crescere, in quella poesia e magia che solo le donne possono vivere, e intraprende un viaggio.
Maria raggiunge Elisabetta, non ha bisogno di conferme, ma quel Dio che la chiama a una missione così alta le riserva ancora una carezza: non è tutto un sogno, Dio viene! Anche Elisabetta, che era sterile, adesso ha un bel pancione. Dio è fedele alle sue promesse, Dio è qui!
Elisabetta si asciuga le mani nel grembiule e riconosce la piccola Maria e capisce.
Solo loro conoscono quest’immenso dono di Dio,gli altri guardano attoniti queste due donne che ridono, si abbracciano, piangono di gioia.
L’incontro è tutto un sussulto, Giovanni Battista che riconosce il Messia dal grembo e scalcia; Elisabetta, anziana donna che vede imprevedibilmente realizzato il suo agognato sogno di maternità gioisce con la piccola Maria.
Maria, ancora scossa da quanto le è successo, comincia a ballare e a lodare Dio. Nelle loro parole avvertiamo la tensione, lo stupore, l’inaudito che si realizza. È vero, allora: Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio – il Dio d’Israele – è qui.
Non sono solo stanche promesse ascoltate dalla bocca del vecchio rabbino di Nazareth che sospirava, allo Shabbat. È vero, è tutto vero, Dio viene, infine.
E le due donne urlano e cantano e danzano.
Elisabetta e Miriam sono davvero due santuari: casa di Dio e casa dell’umanità nuova, grembo carico di cielo e di futuro.
Come vivere questo vangelo?
Condividere: avere ancora una volta il coraggio di non tenere solo per me quanto Dio opera nella mia vita ma comunicarlo a quanti sono compagni di viaggio nella sequela del maestro.
Dare sollievo: prendersi cura di quanti vivranno un Natale sanguinante, di chi nel cuore non sente la gioia della sua presenza, perché in balia di un grande dolore.
Ricordarci infine: Che nessuna situazione è disperata perché Dio è qui e che la nostra forza è la condivisione.