Ogni nuovo anno è carico di promesse e speranze. Aspettando il nuovo anno si fanno nuovi propositi e piccoli progetti: perdere qualche chilo di troppo con una buona dieta e qualche esercizio fisico, contattare o visitare amici che non vediamo da un pezzo, leggere qualche buon libro, visitare quella località… Piccoli progetti ma che dicono tutta la nostra voglia di ricominciare, di lasciarsi alle spalle il vecchio anno con la sua pesante quotidianità ed entrare invece nel nuovo anno con rinnovato vigore e con l’augurio che sia migliore. Non mancano certo attività, incontri e feste per celebrare l’arrivo del nuovo anno, si va dalle cene tra amici ai veglioni di fine anno con tanto di balli e musiche.
Dalle mie parti si celebrava in maniera un po’ insolita: la notte di san Silvestro (ultimo giorno dell’anno) al suonare della mezzanotte la gente lanciava dalle finestre piatti e bicchieri vecchi, qualche stoviglia… Un modo piuttosto concreto di buttare via il “vecchio” e fare posto al “nuovo”, la voglia appunto di novità, di ricominciare con rinnovato slancio.
Vi ricordate il film “Mission”? È la storia in particolare di due missionari gesuiti nelle missioni del Sud-America. L’ho rivisto tre-quattro volte ed ogni volta resto colpito dalla scena dove un missionario (Robert De Niro) trascina dietro di sé un bagaglio che contiene la sua armatura di ex-soldato. Per gelosia aveva ucciso un suo amico ed ora come penitenza si trascina dietro la sua pesante armatura. La scena fa vedere questo ex-soldato che si arrampica lungo delle cascate ed ogni volta che il pesante fardello rotola a valle, scende giù a riprenderlo e ricomincia la salita. Alla fine sulla cima incontra un indigeno che con la spada gli si avvicina solo per tagliare la corda che lo lega al suo passato. Il bagaglio precipita a valle e l’ex-soldato abbracciando l’indigeno scoppia in un fiume di lacrime liberatorie. Ora libero da quanto lo legava al suo passato puo’ ricominciare la sua nuova vita di missionario.
Cosa è che ci lega e ci impedisce di camminare in scioltezza? Il nostro passato può divenire un pesante fardello che fatichiamo a trascinare con noi: incomprensioni, piccoli conflitti, gelosie… Tutto questo può generare un senso di pesantezza e un blocco nelle nostre relazioni a livello personale, familiare e di comunità. E allora?
Facciamo nostre le parole di san Paolo: “Se uno è in Cristo è una creatura nuova, le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor. 5, 12). Quest’anno cosa possiamo gettare dalla finestra? Liberiamoci di quanto ci ostacola nella nostra corsa verso la santità. E con san Paolo gridiamo anche noi : “dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta” (Fil 3, 13).
Buon anno così!
p. Giovanni Zevola omi