I domenica di Quaresima – Anno C
Letture: Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13
Gesù è vissuto crescendo come ogni uomo normale; impara a camminare, a parlare, va a scuola, impara a leggere e scrivere, impara anche un mestiere, alla scuola di suo padre, il carpentiere Giuseppe.
Arriva a 30 anni, nel pieno della maturità umana; è un uomo adulto e formato. Dopo questa lunga preparazione, capisce che è arrivato il momento di manifestarsi al mondo. Si reca sulle rive del fiume Giordano, dove riceve il battesimo. La gente presente vede lo Spirito Santo scendere su di Lui come una colomba, e sente la voce del Padre che lo attestava come figlio Suo, amatissimo, mandato nel mondo. Sembra che non manchi nulla… a questo punto Gesù può cominciare la sua missione. E invece no. C’è ancora un passo da compiere, un ultimo importantissimo preparativo.
Prima che cominciasse la sua attività missionaria, lo Spirito Santo spinge Gesù per 40 giorni nel deserto, per completare il suo cammino di preparazione. Non sappiamo nulla di quei 40 giorni. Possiamo ipotizzare che siano stati giorni di solitudine estrema, in cui Gesù ha dovuto fare i conti con ciò che lo aspettava. 40 lunghi giorni di solitudine e digiuno, in cui ha dovuto sviscerare in una intimità profondissima con il Padre, la missione alla quale era chiamato. Sappiamo però cosa è successo alla fine di quei 40 giorni. Satana, che nel frattempo doveva aver capito che questa vicenda del Dio fatto uomo venuto a salvare l’umanità si faceva seria, e che per lui le cose iniziavano a mettersi male, si presenta da Gesù cercando di distoglierlo dai suoi obiettivi.
Non lo affronta – stando almeno al vangelo di Luca – frontalmente cercando di farlo retrocedere dai suoi propositi; quelli sono chiari. Non tenta di far cambiare idea a Gesù, ma tenta cerca di infilarsi nelle pieghe dell’umanità di Gesù, di insinuarsi nei suoi pensieri, nei suoi bisogni, cercando di fare leva su eventuali insicurezze. È suadente satana, non minaccia. Cerca di ammaliarlo, di aggraziarselo, di addolcirlo, di rassicurarlo. Chissà, magari potrebbe diventare mio alleato… Non gli distrugge i piani, ma punta a svuotarli, a renderli innocui. Come sempre, cerca un varco in cui fare breccia, sapendo che se entra, anche solo di un centimetro, è fatta!
Adopera una strategia a prima vista intelligentissima. Come quei venditori che, pur di venderti la propria merce, ti blandiscono facendoti credere qualsiasi cosa.
Inizia dai bisogni di Gesù. Gesù è stato 40 giorni nel deserto, per cui è ovvio che ha fame. E allora inizia da lì. Facendo leva proprio su ciò che Gesù aveva cercato di interiorizzare in quei 40 giorni: “se tu sei figlio di Dio”. C’è una pietra, tu hai fame; tu hai il potere di trasformarla in pane… che male c’è? Dove sta il problema? Facile, no?
E così, avrebbe istillato in Gesù l’idea che essere il figlio di Dio significava essere una specie di maghetto. Tutto si riduce a questo.
Gesù però gli risponde, citandogli la Parola di Dio: “non di solo pane…”
Tocca di nuovo a satana, per il secondo tentativo. Si fa due conti in tasca… “Gesù dice che non di solo pane”… quindi forse mi sta dicendo che il pane è poca roba… giusto!
Vero, Gesù, che sciocco… perché accontentarsi del pane, se si può avere tutto? Guarda, ti metto davanti tutto il mondo, tutti i regni… se è un problema di quantità, eccoti tutto!”
Se Gesù avesse accettato la “clausola” di adorarlo, anche solo per un istante (e che ci vuole a mettersi un attimo in ginocchio?) l’avrebbe svuotato della sua dipendenza da Dio, avrebbe reso insignificante la sua figliolanza.
Ma Gesù gli risponde ancora, colpo su colpo, con un’altra frase della Parola: “Adorerai solo il Signore Dio tuo”.
A quel punto satana ci ripensa: “ah, vedi come è attaccato alla Parola di Dio… forse ho capito, è questa la via”. E gli cita a sua volta la Scrittura e, volendo strafare, cita non uno ma due passi: “sta scritto che gli angeli ti proteggeranno… e che non inciamperà su una pietra il tuo piede”. Se fosse riuscito a convincere Gesù, avrebbe svuotato di senso la Parola di Dio, buttandola sulla superficialità di una citazione, distorcendo il suo essere Figlio di Dio facendolo diventare una sfida, una provocazione al Padre.
Ma Gesù, che capisce tutto, lo riporta al senso profondo della Parola: “non tentare il Signore, non giocare con Lui”. A quel punto, sconfitto, satana si allontana.
È un buon venditore satana, ma stavolta ha trovato un cliente ostico; forse non ha capito fino in fondo con chi aveva a che fare… forse faceva leva sul fatto che, essendosi fatto uomo, quel Dio si era indebolito.
Come con Gesù, le tentazioni lavorano allo stesso modo anche con noi. Innanzitutto, la buttano sul dialogo; ma sappiamo bene che, se cominciamo a dialogare con la tentazione, vince lei. Le tentazioni cercano di farti vedere che le cose che ti vengono proposte non disturbano gli obiettivi che tu hai. Anzi, ti aiutano in questo senso! Non ti distruggono la meta, ma ti illudono indicando una via migliore… per poi farti trovare su una strada completamente diversa. Non si presentano come cosa cattiva: chi accetterebbe mai? E neanche come cosa buona. Ma, udite udite, come cosa “MIGLIORE” di ciò che tu hai già! E tu, accettando, ti credi furbo, credi di aver fatto l’affare della vita, ma rimani fregato.
Come il pacco che fino a qualche anno fa (…spero che le cose siano cambiate) ti facevano a Napoli; ti illudevano di venderti l’ultimo modello di stereo a poco e niente, tu credevi di aver fatto l’affarone, e poi, tornato a casa, scoprivi che nel “pacco” c’era un mattone!
Fatti furbo. Resta saldo, come Gesù, nella Parola di Dio. Lì c’è la verità, lì c’è la sicurezza, lì non ci sono trappole.
Vai sul sicuro, non ti far fregare da questo cattivo venditore!