Tratto da: “Un anno con S. Eugenio e i suoi Oblati” di p. Fabio Ciardi. 20 aprile.
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Michel Coquelet nacque il 18 agosto 1931 a Wignehies, nel nord della Francia. Nel 1942 entrò nel collegio di Saint-Grégoire de Pithiviers e, nel 1945, nel seminario minore di Solesmes, diocesi di Cambrai. Nel 1948 iniziò il noviziato dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Ordinato sacerdote il 19 febbraio 1956, dopo il servizio militare ai confini del Sahara, il 25 febbraio 1957 ricevette il foglio di obbedienza per il Laos.
I quattro anni di vita missionaria di p. Michel nel Laos sono stati una dura prova. Per ammissione degli stessi superiori, il villaggio al quale fu assegnato era molto povero, composto da neofiti che non avevano potuto seguire le catechesi in modo regolare. Le sue riflessioni su questo argomento, annotate nel diario della missione, danno un’idea delle dimensioni delle sue sofferenze come missionario, ma anche del suo spirito di fede, colorato da un umorismo che era uno dei tratti accattivanti del suo carattere. Visse con la gente, semplicemente; facendosi tutto a tutti…
Il 20 aprile del 1961, mentre stava compiendo un viaggio a Ban Houay Nhèn, vicino a Tha Vieng (Xieng Khouang), giunsero i soldati per arrestarlo, insieme al capo del villaggio cristiano e al suo segretario. Condotti sul sentiero verso Ban Sop Xieng furono uccisi sul bordo della strada.
Solignac, 1° ottobre 1956
Reverendo e amatissimo Padre,
“Studiis absolutis, Superiori generali… singuli præsto erunt [Alla fine degli studi, ogni Oblato si metterà a disposizione del Superiore generale]”. Dopo aver letto e riletto quest’articolo delle nostre Sante Regole prendo la penna per scrivervi non una “richiesta” di obbedienza secondo il mio estro, ma l’offerta di me stesso al servizio del Signore della Messe, nel campo che vorrete indicarmi.
Così, mi sarei limitato volentieri a ripetervi la vecchia formula: “Ecce ego, mitte me! [Eccomi, manda me!]”. Temo, però, che questa indifferenza possa sembrarvi una mancanza di entusiasmo per i diversi ministeri della Congregazione. D’altra parte, so anche che volete conoscere le aspirazioni messe dal Signore nel nostro cuore e, soprattutto, che inviate in Missione solo i volontari.
Allora vi dico semplicemente: sono volontario per la Missione, specialmente per quella del Laos! Nutro questo desiderio fin dal noviziato, dove mi ricordo di essere stato molto colpito da una conferenza di padre Morin, morto laggiù di tifo. Si sprigionava da questo padre un non so che di soprannaturale. Parlava, poi, della sua “povera mis- sione”, proprio nella linea della Congregazione, con un tono tale che mi sono sentito pronto a seguirlo. Facile entusiasmo giovanile? Forse. Tuttavia, doveva esserci dell’altro, perché la cosa persiste dopo sette anni e questo pensiero mi ha aiutato nella mia vita di lavoro e di preghiera allo scolasticato.
Le affido questi pensieri con umiltà, felice di rimettermi alla vostra decisione, poiché sarebbe per me difficile – essendo ognuno cattivo giudice della sua causa – capire cosa viene dalla natura e cosa dalla Grazia. Ora chiedo al Signore nella preghiera la grazia di essere pronto ad accettare la vostra decisione, qualunque essa sia, conforme o no alle mie aspirazioni, per la sola ragione di obbedire al suo beneplacito.
Voglia gradire, reverendo Padre, l’assicurazione delle mie modeste preghiere, l’espressione del mio filiale rispetto e della mia completa sottomissione in Nostro Signore e Maria Immacolata.
(Michel Coquelet, a P. Léo Deschâtelets, Superiore generale dei Missionari Oblati)