Nell’Anno giubilare che ha segnato nei primi due mesi un passaggio a Roma di 1 milione e 400 mila pellegrini, guardando alla Madonna, risalta senz’altro la virtù della misericordia. E in verità sono due i titoli mariani che fanno riferimento alla misericordia. “Regina di misericordia” e “Madre di misericordia”. Entrambi sottolineano la benignità e la magnanimità del cuore di Maria e il suo ruolo di intercessione presso il figlio Gesù. Pare sia stato sant’Oddone, abate di Cluny, ad attribuire alla Madonna, alla fine del I secolo, il titolo di “Madre di misericordia”. Un appellativo, dunque, che accompagna le generazioni cristiane da oltre mille anni! Quando Maria è stata Madre di misericordia? A Cana di Galilea, dove si lascia interpellare dalla mancanza di vino al banchetto nuziale e, chiedendo la collaborazione dei discepoli, permette a Gesù di rivelare la sua natura divina. Ai piedi della croce del Figlio quando prende con sé il discepolo Giovanni. La donna che sta in piedi non si ferma al dolore, ma lo trasforma in accoglienza. La chiusura diventa ospitalità e premura. Come Maria è stata madre di misericordia? Con la tenerezza mostrata a Gesù alla sua nascita e nel suo cammino umano. Lei trasforma una fredda notte di disperazione in una scena di annuncio. Negli anni a Nazareth, Maria ha seminato nel cuore del figlio la misericordia che egli ha usato verso i peccatori, i malati, gli ultimi, incontrati negli anni della vita pubblica. E ancora nell’impegno e nel servizio verso la cugina Elisabetta, non più giovane, in attesa di un figlio. Maria trasforma un viaggio di alcune settimane in un’icona del servizio silenzioso e concreto. E nel Magnificat canta per due volte la misericordia di Dio.
La Madre di Gesù diffonda anche in noi, figli suoi, la virtù della misericordia, pregio necessario e utile che aiuta a guardare al mondo e a sé stessi con altri occhi, con lo stesso sguardo che aveva Gesù. Occhi pieni di potente amore, sguardo che, come ha detto papa Francesco a Cuba, lo scorso 21 settembre nel corso della sua storica visita, “trasforma la storia” dell’umanità intera e di ciascuno di noi. “Il suo amore ci precede – aveva affermato il papa in quella circostanza – il suo sguardo anticipa le nostre necessità. Egli sa vedere oltre le apparenze, al di là del peccato, del fallimento o dell’indegnità. Sa vedere oltre la categoria sociale a cui apparteniamo”. La misericordia crede nel bene e ad esso si affida, fonda la speranza, benedice e trasforma ciò che tocca.
(editoriale di Pasquale Castrilli omi,
tratto da MISSIONI OMI 05/2016)
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