Tratto da: “Un anno con S. Eugenio e i suoi Oblati” di p. Fabio Ciardi. 24 maggio.
_
Questo nobile e zelantissimo vescovo meritò bene di essere collocato tra i benemeriti del movimento di rinascita missionaria dei tempi moderni, emulo di quei sacerdoti e prelati che sentirono battere nel loro petto il palpito della Chiesa universale. E l’Istituto da lui fondato nel 1826 è ora un albero robusto i cui rami si distendono sopra due continenti, adattandosi al clima rigido delle regioni artiche, come a quello torrido dell’equatore. (Giovanni XXIII, 21 maggio 1961)
Siatene molto fieri, esultate di gioia! Eugenio de Mazenod era un appassionato di Gesù Cristo e dedito, senza riserve, alla Chiesa! (…) Questo Pastore e Fondatore, testimone autentico dello Spirito Santo, lancia a tutti i battezzati e a tutti gli apostoli di oggi un appello fondamentale: lasciatevi invadere dal fuoco della Pentecoste e conoscerete l’entusiasmo missionario.
(Paolo VI, 19 ottobre 1975)
Eugenio de Mazenod fu uno di quegli apostoli, che prepararono i tempi moderni, i tempi nostri. Annunciare Cristo per lui significò diventare in pieno l’uomo apostolico di cui ogni epoca ha bisogno, dotato di quel fervore e di quello zelo missionario che a poco a poco lo configurano al Cristo risorto. Egli guidava i fedeli ad accogliere Cristo con fede sempre più generosa, perché vivessero pienamente la loro vocazione di figli di Dio. Il suo influsso non si limita all’epoca in cui egli visse, ma continua ad agire anche sul nostro tempo. Infatti il bene compiuto in virtù dello Spirito Santo non perisce, ma dura in ogni “ora” della storia. Ne siano rese grazie a Dio!
(Giovanni Paolo II, 3 dicembre 1995)
L’augurio di san Giovanni Paolo II agli Oblati:
Vi incoraggio a perseverare in una rinnovata unione fraterna, secondo la volontà del santo Fondatore, il quale pensava all’Istituto come ad una famiglia, i cui membri formano un cuor solo ed un’anima sola.
(24 settembre 2004)