Cari confratelli Oblati, fratelli e sorelle della Famiglia mazenodiana,
auguri di pace in questo nuovo anno del Signore 2017!
Lodando e ringraziando il Signore per le innumerevoli grazie ricevute nella celebrazione del Bicentenario della Congregazione, fondata il 25 gennaio 1826, dichiaro chiuso ufficialmente il Triennio Oblato il prossimo 25 gennaio 2017. Abbiamo vissuto tre anni di grazia e un intenso pellegrinaggio, in risposta all’appello del Capitolo generale del 2010, che ci chiedeva una profonda conversione personale e comunitaria a Gesù Cristo. Nei prossimi anni continueremo a raccogliere i frutti di questo comune cammino di conversione. Ringrazio tutte le Unità che hanno vissuto questo evento speciale, attraverso numerose e importanti iniziative. Ringrazio anche tutta la Famiglia Mazenodiana e la Gioventù Oblata per il loro impegno, lo spirito di festa e di preghiera messi in atto durante il Triennio.
Il Triennio Oblato si chiude, ma la conversione continuerà nella vita e nella missione oblata, finché vivremo! I lavori del 36° Capitolo Generale “Evangelizare pauperibus misit me” saranno la guida principale della Congregazione per i prossimi sei anni. Il Capitolo generale “ha ribadito la visione missionaria” (C126), che troviamo negli Atti del Capitolo. Gli Atti contengono il discernimento fatto dai Capitolari sulla “volontà di Dio di fronte ai bisogni urgenti del nostro tempo” (C125). Riflettono il modo con cui accogliamo la chiamata dello Spirito ad essere fedeli al carisma, in questo momento della nostra storia.
Esorto tutti gli Oblati e coloro che condividono il carisma oblato, a prendere il tempo necessario per leggere gli Atti del 36° Capitolo Generale e approfondirli nella preghiera. Le comunità locali, le riunioni dei distretti e altri incontri, le assemblee di studio, i ritiri, discuteranno e vedranno come attuare i contenuti del Documento del Capitolo. Ciò rafforzerà la nostra unità, come ci chiede Sant’Eugenio: “essere una famiglia con un cuor solo e un’anima sola”.
Riprendo qui brevemente alcune istanze del Capitolo Generale, nella speranza che si leggano integralmente gli Atti.
- Il Capitolo Generale, che aveva come tema la Missione, riafferma con forza la nostra fedeltà al carisma oblato incentrata sulla predicazione del Vangelo ai poveri e ai più abbandonati. Il Capitolo ci incoraggia a identificare i nuovi poveri in tutti i contesti in cui lavoriamo.
- La missione con/per i giovani, crescente preoccupazione tra i Missionari Oblati, per la quale alcune Unità hanno dato vita a significative iniziative, è proposta dai Capitolari come priorità missionaria.
- Anche la tecnologia dell’informazione, le reti sociali, le comunicazioni sono state classificate come dimensioni critiche del lavoro missionario oblato per i prossimi anni.
- I membri del Capitolo Generale hanno visto, attraverso questi appelli missionari, l’importanza della finanza per la missione. È essenziale che le Unità siano autosufficienti e interdipendenti, per poter continuare la missione nei luoghi più poveri e difficili.
- I Capitolari riconoscono l’importanza vitale della formazione missionaria a tutti i livelli, a partire dal prenoviziato, vissuto in una casa di formazione, come sostanziale preparazione al noviziato.
- I Capitolari hanno sottolineato all’unanimità, l’importanza del discernimento vocazionale, garanzia per il futuro del carisma. Nello storico Anno Bicentenario, abbiamo rinnovato la fede nella vita e nel futuro della Congregazione, a servizio del Regno di Dio.
- La più grande sfida che il Capitolo presenta alla Congregazione è senz’altro il tema dell’interculturalità. Dovremo adottare nuovi modi di pensare e di vivere. Per anni abbiamo parlato di oltrepassare i confini, di vivere e fare la missione in comunità internazionali e multiculturali. Lo Spirito ci chiama ad una conversione più profonda, quella di formare comunità interculturali.
Avremo bisogno di formazione per capire cosa significhi. Maturare nella multiculturalità richiederà uno sforzo deliberato di auto-riflessione, che esige un cambio nel modo di pensare, di vivere in comunità e nella missione. Si tratta di un appello stimolante, che potrebbe anche far paura e richiederà molto coraggio.
Vi ho fatto una sintesi delle priorità del Capitolo Generale, come risposta agli appelli dello Spirito. Negli “Atti del 36° Capitolo Generale,” troviamo ulteriori approfondimenti su questi e altri punti importanti per il cammino dei prossimi sei anni.
Passo ora ad altri temi: L’11 dicembre 2016, la Chiesa ha celebrato la Beatificazione di Joseph Thien Thao e dei 16 compagni Martiri del Laos; tra loro anche sei Missionari Oblati. Si è trattato di un evento molto significativo per la Chiesa del Laos e per noi, che ricordiamo l’impegno della Congregazione in quella Missione, un tempo Provincia con circa 100 Oblati. Ringraziamo il Postulatore Generale e gli Oblati impegnati a far avanzare le Cause, certo non prive di difficoltà. Approfondiamo allora la conoscenza dei sei fratelli Martiri Oblati e diffondiamone la devozione.
A Madrid, nel fine settimana del 16 dicembre, gli Oblati della comunità di Pozuelo hanno organizzato un incontro con alcuni famigliari dei Martiri Oblati spagnoli, beatificati il 17 dicembre 2011. Circa 25 persone, parenti dei martiri e 15 Oblati, si sono ritrovati per ricordare gli eventi del 1936. È stato un week-end vissuto con profonda commozione, in un clima realmente spirituale. Si è trattato di un primo incontro di questo tipo e tutti hanno espresso il desiderio di continuare.
Non mi resta che una domanda: tutti questi Martiri, Joseph Cebula, i Martiri Oblati di Pozuelo e del Laos, cosa e come ci chiamano a vivere oggi?
Il 7 ottobre 2016, il Santo Padre ha ricevuto in Udienza i membri del Capitolo. Il suo discorso e la sua presenza sono stati per noi un incontro realmente santo. Abbiamo sperimentato una benefica pioggia dello Spirito. Eravamo tutti pervasi da un grande amore per la Congregazione, pieni di speranza e di gioia per il futuro. La visita a Papa Francesco mi ha fatto rivivere le parole del Fondatore, in data 15 agosto 1822, riferite a “… la nostra cara Società. Mi sembrava di vedere, toccare con mano che aveva in sé il germe di molte grandi virtù, che poteva fare un bene immenso; ho pensato che era buona, che tutto mi piaceva in lei, ne amavo le Regole, gli statuti; il suo ministero mi sembrava sublime, come lo è di fatto. Trovavo in lei strumenti sicuri di salvezza, anzi infallibili, per come li percepivo”. (Selezione di Testi No. 98) Queste parole di Sant’Eugenio oggi ci benedicono.
Prevedo per i prossimi sei anni, un viaggio affascinante con tutta la famiglia oblata. Il nostro viaggio missionario non sarà facile. La fedeltà di Gesù ci sosterrà. Il sorriso di Maria Immacolata, il suo sguardo d’amore sia su di noi, mentre le rinnoviamo l’offerta della nostra vita missionaria, affinché ci mantenga fedeli al carisma oblato.
Louis Lougen, OMI
Roma, 6 gennaio 2017