Carissimi Confratelli Oblati e Laici Associati,
Quaresima: “un istante prima dell’alba”, un inciso, quasi il tentativo di una definizione, che non è farina del mio sacco, ma che ho preso in prestito dal titolo di un libro che sto leggendo, scritto da padre Ibrahim Alsabagh, un francescano siriano di quarantasei anni, parroco nella città di Aleppo in Siria, dove da anni è in corso una guerra con orribili distruzioni e migliaia di morti. L’autore narra le vicende drammatiche del conflitto in corso, ma soprattutto coglie il filo d’oro della speranza che ogni giorno sguscia miracolosamente dai disumani bombardamenti e dalle macerie zeppe di cadaveri innocenti. Speranze che vengono dalla fede vissuta; ossia, dal confidare in Dio e dalle opere di carità compiute sia dalla comunità francescana, alla quale appartiene padre Alsasagh, sia da quella cristiana, della quale il religioso è parroco. Carità e speranze che si rincorrono e prendono forma, sostenendo con viveri e medicine le tante famiglie ridotte alla miseria, tenendo aperte le porte dell’oratorio, pagando le rette scolastiche dei bambini e di numerosi studenti universitari, futuro di questo paese, continuando il dialogo con il mondo musulmano, nonostante l’Isis e le sue minacce.
Quaresima: “un istante prima dell’alba”. Per chi crede in Gesù e nella sua Pasqua, l’esistenza può essere compresa con questa chiave di lettura: il male, sempre di noi uomini ribelli, è un istante che deturpa, ma il bene, che l’amore genera ad oltranza, a partire da quello della Trinità, come un soffio, apparentemente precario e timido, in effetti denso e concreto, ridà senso alla vita, la riempie di gioia e di speranza, spingendola a consegnarsi agli altri per condividere con loro le stesse gioie e speranze. Assaporando l’eternità come esperienza di pienezza di vita condivisa.
Quaresima: “un istante prima dell’alba”. Non è questo il senso da cogliere per questo tempo liturgico? Non è questo il cammino da compiere come credenti? Ossia, uscire dai nostri istanti di egoismo carico di tristezza, di competizione orgogliosa con chi ci è accanto, di autoreferenzialità ambiziosa da primi della classe, per scorgere l’alba dell’amicizia e della stima reciproca, del camminare insieme nella preghiera e nella confidenza, nel condividere e collaborare nell’impegno apostolico per incarnare la Pasqua di Colui che è risorto?
Carissimi Amici, facciamoci l’augurio reciproco, scontato, di accogliere e vivere la Quaresima aperti alla speranza della Pasqua, che non smette di irrompere nella storia per l’opera dello Spirito Santo, che, indomito ad ogni freno, attualizza con impressionante creatività l’amore del Crocifisso nella storia del mondo, dentro le nostre esistenze. Ancora una volta, tenendo lo sguardo fisso su Gesù Maestro, il tempo liturgico quaresimale ci faccia sperimentare la verità della fede nella concretezza della vita, perseguendo la logica della vita donata come esperienza di condivisione, del fare il bene come esperienza di altruismo e prossimità, della riconciliazione come esperienza del primato della fraternità.
“Un istante prima dell’alba”, ecco la Quaresima. Eppure – qui sta il mistero! -, la Pasqua è già presente ed attiva in quell’ “istante prima”.
Vostro fratello,
padre Alberto Gnemmi, omi
(Provinciale)