Uno sguardo positivo sulla vita, ricco di speranza e fiducia. Occhi capaci di vedere, tra le pieghe della storia personale, familiare e sociale, la mano provvidente del Padre che conduce. È un dono da invocare. Ma anche un allenamento da svolgere con costanza e applicazione. La capacità cioè di vedere il seme che cresce silenzioso, il cambiamento in sé stessi e negli altri, il lasciare che gli eventi accadano come Dio li vuole e consegnare a lui le redini. La redenzione che c’è dentro ogni dolore dell’esistenza, le purificazioni necessarie, la gioia del veder crescere la chiesa.
Sono virtù e atteggiamenti che la Vergine Maria ha vissuto nel corso della sua esistenza. La pienezza di grazia si è manifestata in lei in uno sguardo contemplativo, attento e consapevole, sulle vicende personali e su quanto accadeva al Figlio Gesù. Quante cose hanno visto quegli occhi di madre: la sua casa, la nascita e la crescita di Gesù, il lavoro di Giuseppe, gli ambienti e le persone della vita ordinaria! Il mercato, il tempio, le strade polverose, i poveri e i medicanti… Sono stati occhi umani intrisi di divino che hanno saputo penetrare il visibile e scorgere l’operato di un Dio che si prende cura del suo popolo.
C’è una storia interessante che riguarda l’immagine della Madonna di Guadalupe conservata nel famoso santuario mariano del Messico, uno dei più frequentati al mondo. Il volto della Vergine ha la pelle scura e i tratti somatici dei popoli latinoamericani. Ma sono i suoi occhi a contenere un prodigio che he destato ampio interesse scientifico. A cominciare dalla vascolarizzazione del bulbo oculare che, in questa immagine, è la stessa dell’occhio umano. Ma c’è di più. I due occhi contengono, in estrema miniatura, delle immagini pari a quelle che si fissano nell’occhio umano. Ingrandendole, con tecniche possibili solo negli ultimi decenni, è stato possibile vedere nell’occhio destro una famiglia indigena e nel sinistro un barbuto uomo anziano. Due immagini si sono impresse in quegli occhi, come quelle che si fissano in occhi vivi: quella di Juan Diego, l’indio al quale apparve il 9 dicembre 1531 come “la perfetta sempre Vergine santa Maria” e quella del vescovo Zummaraga al quale per primo Juan Diego mostrò l’immagine della Madonna impressasi su una tilma, un mantello confezionato con teli d’agave. Gli occhi hanno memoria e conducono al cuore i volti e gli avvenimenti. Maria ci invita ad allenare gli occhi per osservare e conservare solo la bellezza del passaggio di Dio.
(editoriale di Pasquale Castrilli omi, tratto da MISSIONI OMI 5/2017)