Buona Festa a quanti vivono il carisma oblato! Iniziamo l’Anno delle vocazioni Oblate nella Solennità della nostra patrona, Maria Immacolata. La grazia della sua Immacolata Concezione ci riempie di gioia, amore e riconoscenza per quanto Dio ha fatto. Si tratta di una festa missionaria. L’Immacolata Concezione ha preparato Maria alla vocazione e missione che Dio le avrebbe affidato: essere una degna dimora per il Figlio dell’Altissimo. La risposta di fede di Maria ci sprona a vivere fedelmente l’oblazione, come missionari del Regno di Gesù. Raccomandiamo quest’anno speciale, Anno delle Vocazioni Oblate, alla protezione della Madonna, credendo fermamente che lei intercederà affinché la Grazia di Dio benedica i nostri sforzi. Ciò avverrà secondo i tempi e modi di Dio.
Perché quest’anno?
Vi ho scritto l’8 dicembre 2013 e il 15 agosto 2017, dicendo che molti Oblati mi avevano chiesto di invitare la Congregazione a prendere sul serio il discernimento delle vocazioni. Ad ogni Giornata Mondiale della Gioventù a cui ho partecipato, gli Oblati e i giovani mi hanno sollecitato ad appoggiare il ministero delle vocazioni oblate come parte essenziale del progetto missionario di tutte le Unità. L’insistenza di altri Oblati in tutto il mondo, in particolare nelle Regioni latinoamericana ed europea, ha reso ancora più urgente il comune impegno di invitare nuovi membri a unirsi a noi. Frutto della grazia è stato il primo Congresso sulle vocazioni oblate, che si è tenuto ad Aix en Provence nel luglio 2016.
Quest’anno è davvero una risposta all’appello di Oblati, mossi dallo Spirito. Con la stessa passione che troviamo nelle parole di Papa Francesco, nel discorso al Capitolo Generale del 7 ottobre 2017, questi Oblati sono convinti che abbiamo un futuro, sia come Oblati professi, sia in altri modi, vivendo il carisma da laici consacrati, uomini e donne. Credono che dobbiamo continuare a servire la Chiesa nelle missioni più difficili. Nel Congresso sulle vocazioni dello scorso anno, tre partecipanti hanno davvero provocato l’Assemblea, affermando che a volte si dà l’impressione di aver perso la fede in Dio e nei giovani: dubitiamo che Dio continui a chiamare e non crediamo che i giovani possano rispondere alla chiamata di Dio o che possano essere generosi.
Il tema di quest’anno
Il bellissimo tema, lo stesso del primo Congresso sulle vocazioni della Regione Oblata dell’America Latina: “Gioia e generosità nella vita oblata”, ci offre spunti per riflettere e dovrebbe interrogarci e rafforzarci. Invito tutti noi, quest’anno, a custodire queste due parole nella mente e nel cuore, approfondirle nella preghiera silenziosa, gustarle in comunità, dedicare loro del tempo nelle riunioni della famiglia oblata e nel ministero con i poveri.
L’esperienza della gioia e della generosità nella mia vita Oblata
Come primo passo, ognuno di noi potrebbe concentrarsi sulla propria esperienza di Gioia e Generosità, vissuta nella vocazione. L’Anno delle Vocazioni Oblate dovrebbe fin dall’inizio aiutarci a scoprire il significato della vocazione, come approfondimento della relazione con Dio, immersione nel mistero, in dialogo continuo con Lui, fatto di ascolto e risposta. Siamo invitati a riscoprire la crescita dinamica dell’oblazione, per diventare più pienamente Oblati con tutta la vita.
Invito ognuno a riflettere:
- Sperimento gioia e generosità, vivo la mia vocazione oblata?
- La mia vocazione è vissuta in preghiera, accompagnata da un direttore spirituale, che mi aiuta ad approfondirla e a viverla più pienamente e fedelmente?
- Leggiamo la bellissima Costituzione 29, sul voto di Perseveranza.
- La mia vita oblata imita l’amore di Gesù per noi, fino alla fine?
- Cosa posso fare per diventare più totalmente Oblato?
Esperienza di gioia che sgorga dalla missione, dalla comunità e dall’amicizia con Dio
La gioia della nostra vocazione è radicata nella missione. Ogni volta che chiedo agli Oblati: “Dove trovi la gioia nella tua vita?” La prima risposta è sempre: è la vicinanza ai poveri che mi dà più gioia. Questo rapporto speciale che abbiamo con i poveri viene dal carisma, eco del cuore di Sant’Eugenio. Infatti, spesso scopriamo nella vita dei poveri una gioia sorprendente, un dono di Dio. Siamo commossi dalla loro capacità di essere felici, anche in situazioni di oppressione. I poveri ci insegnano cos’è la gioia. Facciamo sempre e di nuovo questa scoperta: siamo andati a portare la Buona Novella ai poveri, ma sono loro che ci chiamano alla conversione. I poveri ci evangelizzano!
La gioia della vita oblata si ritrova anche nelle comunità apostoliche. È vero che a volte ci sono tensioni! Ma abbiamo imparato a superarle e a stimarci comunque. Credo che la vicinanza ai poveri ci aiuti ad apprezzare il dono che siamo gli uni per gli altri e a riconoscere la nostra stessa povertà. Questo porta gioia. Toccando le ferite e le sofferenze dei poveri, impariamo ad essere pazienti e compassionevoli l’uno verso l’altro. Anche questo viene dal cuore di Sant’Eugenio: abbiamo un carisma speciale per vivere la carità. La carità genera gioia.
Ogni volta che gli Oblati si incontrano per riunioni, ritiri, giorni di studio, sono sempre incontri felici. Dopo il funerale di un Oblato, un laico mi ha detto che l’avevano impressionato e un po’ scandalizzato le risatine e battute, prima, durante e dopo la celebrazione! E poi ha aggiunto: “Bene, magari si esprime così l’affetto per il confratello defunto, la certezza che la vita non è finita, che il meglio deve ancora venire”. Forse nemmeno ci rendiamo conto di quanto la gente noti la gioia che c’è tra noi.
La gioia della vita Oblata è presente anche nel nostro rapporto con il Signore, compassionevole e misericordioso. L’esperienza dell’amore di Dio, manifestata nella croce di Gesù, ha segnato la vita di Sant’Eugenio e segna la vita di ogni Oblato. Ci presentiamo alla Santissima Trinità, portando la sofferenza dell’umanità nel nostro cuore. Sebbene la società sfrutti, respinga e ignori i poveri, sappiamo che Dio ha per loro un amore preferenziale, che ci motiva nel predicare il Vangelo con compassione e misericordia. La presenza di Dio ci porta a contemplare questo amore che ci riempie di tanta gioia.
Il Fondatore ha parlato spesso della gioia che provava nella preghiera e nella liturgia, e ciò è sicuramente parte del carisma e della grazia offerta a tutti noi.
Pensiamoci personalmente e scambiamo tra di noi:
- Quali gioie hai vissuto: nella missione? con i tuoi fratelli in comunità? nella relazione con Dio?
- Prega affinché tutti viviamo più profondamente il dono della gioia.
- La gioia della vita oblata può essere causa di chiamata per la gioventù di oggi?
- Possiamo proporla come una reale occasione per abbracciare il nostro modo di vivere?
La generosità della vocazione oblata vissuta nella preghiera, nella missione e nella comunità
Gioia e generosità si prendono per mano. La generosità è intimamente legata alla gioia ed è molto simile a Dio. Vivere il carisma oblato richiede molta generosità. Più viviamo la vocazione, più il cuore si dilaterà.
Nella vita di preghiera, approfondiamo l’amicizia con la Santissima Trinità: tre persone, che nella loro generosità, si danno l’una all’altra, amore e vita che abbracciano tutta la creazione. Gratuitamente, Dio si dona a noi senza limiti. Incontrando questa magnanimità di Dio, diventiamo più generosi e cresciamo nella libertà. Dio è semplicemente e totalmente generoso con noi. La spiritualità oblata ci chiede periodi quotidiani di preghiera silenziosa, di riposare nel Mistero di Dio. Quest’esperienza ci rende più generosi nel cammino vocazionale, nella relazione con i poveri e nella comunità apostolica.
Nella missione, è interagendo con i poveri che siamo evangelizzati e diventiamo più generosi. La nostra vocazione ci colloca accanto ai poveri; con questa vicinanza diventiamo testimoni della loro generosità. Chi ha poco o nulla, spesso diventa una guida sul sentiero della generosità. D’altra parte, è vero che ci dedichiamo interamente alla missione, che a volte ci toglie la salute, disturba la nostra vita di preghiera e di comunità apostolica. Anche questo nasce dal cuore di Sant’Eugenio che si è ammalato perché ha lavorato troppo! Dobbiamo lottare per una sana pratica di generosità e un sano equilibrio nel modo in cui ci impegniamo nella missione, nella relazione con Dio, in una vita comunitaria significativa.
La vita nella comunità apostolica è caratterizzata dalla generosità. Siamo disposti ad aiutarci l’un l’altro, a fare sacrifici l’uno per l’altro? A volte ci sono problemi tra noi, ma quando c’è bisogno di aiutare un altro Oblato, ci siamo sempre, in uno spirito di gratuità e gioia. Alcuni Oblati sono feriti nel profondo, sentendo che, ad un certo punto, sono stati dimenticati dalla comunità. Possiamo crescere nella generosità e prenderci cura gli uni degli altri, anche al di fuori dei momenti di crisi, per cercare di vivere questa presenza generosa di giorno in giorno.
Ti invito a pensare a queste domande e a interagire con gli altri membri della tua comunità:
- Come hai costatato la generosità dei poveri nella tua vita. Come ti ha influenzato?
- Come hai sentito la generosità di un altro Oblato.
- Come hai vissuto la generosità di Dio?
- La generosità vissuta nella vita oblata è una dimensione che attira i giovani di oggi?
La testimonianza delle nostre vite
Una domanda concreta: la testimonianza di gioia e generosità delle nostre vite può suscitare nei giovani un interesse per la vocazione? Testimoniare con la vita, ecco il primo passo per ogni Oblato, fare proprio cioè il ministero delle vocazioni. La qualità della vita comune sarà un segno, come per i primi cristiani: “Vedi come si amano questi Oblati, come sono vicini ai poveri, veri uomini di Dio”. In questo modo l’Anno delle Vocazioni Oblate sarà un anno per rivedere la gioia e la generosità delle nostre vite e per riproporre l’esercizio dei valori Oblati.
- Le Costituzioni e Regole sono una buona guida per rinnovarci nella vocazione.
- Perché non prendere ogni giorno un articolo, approfondirlo, accogliendone le sfide?
- E dare così uno stile più autentico alla vita Oblata?
Un appello personale, a ciascun Oblato in particolare
Alla luce della chiamata della Chiesa a scrivere nuove pagine di evangelizzazione, fiduciosi nella richiesta di Gesù di pregare per gli operai della messe e di riconoscere gli enormi bisogni del Popolo di Dio, quest’anno ci impegna a favorire il discernimento delle vocazioni come dono di Dio che nasce da una comunità di fede. Dobbiamo far conoscere il carisma e invitare i giovani ad unirsi alla nostra vita come parte del mistero della grazia di Dio. Abbiamo la responsabilità di incontrare i giovani, chiamarli per nome, invitarli nelle nostre case, conoscerli, proponendo il nostro modo di vivere come una scelta possibile per loro.
Vi invito a rivedere il materiale inviato da Padre Cornelius Ngoka l’11 ottobre 2017, che ci aiuta a rafforzare una cultura delle vocazioni nelle Unità e comunità.
Una parola per finire
Vorrei ringraziare in modo speciale, tutti voi che avete pregato, dato tempo e impegno al ministero delle vocazioni, così impegnativo! Molti di voi hanno lavorato duramente in quest’area senza risultati, o con qualche risultato, a volte seguito da grandi delusioni, perdite che fanno male. Grazie per il vostro impegno! Chiediamo a Dio di aiutare ogni Oblato ad assumersi la responsabilità delle vocazioni, a perseverare nello sforzo di ricominciare a lavorare in questo settore. Il voto di perseveranza ci consente di continuare, con amorevole fedeltà e pazienza, a confidare nel Signore. “Lo Spirito è all’opera in mezzo a noi e farà infinitamente di più di quanto osiamo sperare o immaginare” (Ef 3: 19-20). Continuiamo a camminare con la grazia del carisma oblato, con grande gioia e generosità. Maria Immacolata sorride ancora alla Congregazione e prega per noi.
Vostro fratello oblato, in Gesù Cristo e Maria Immacolata,
Louis Lougen, OMI
Superiore Generale