Torniamo a parlare del Venezuela sul nostro mensile. Violenza, mancanza di sicurezza, violazione dei diritti umani, corruzione, chiusura forzata dei mezzi di comunicazione… La situazione economica, sociale e politica del paese latinoamericano, che ha conosciuto nel passato recente varie decadi di avanzamento e sviluppo, non presenta alcun miglioramento. I Missionari Oblati di Maria Immacolata che vivono in Venezuela raccontano di condizioni di vita difficili e in alcuni casi estreme. Paradossalmente risulta più precario vivere nelle città che nelle zone rurali periferiche dove si va avanti con i prodotti della terra e i costi dei beni di prima necessità sono meno esosi. Possiamo immaginare le condizioni di sofferenza se teniamo conto che l’85% della popolazione vive nelle città del nord del Paese. Sembra una situazione statica e paralizzata, senza apparenti vie d’uscita. A livello politico il dialogo che opposizioni e osservatori internazionali intavolano con il governo del presidente Nicolás Maduro non produce risultati. E a nulla sembrano condurre i colloqui tra i capi di stato del continente. Nemmeno le maniere forti portano fuori dalla crisi un popolo che ha nel suo sottosuolo risorse minerarie e riserve di combustibili superiori a quelle dell’Arabia Saudita. L’intensificarsi della pressione verso il governo non muove la scacchiera. Il fallimento di un modello politico frutto di ideologia appare evidente, ma la condizione culturale della gente non permette di pensare altrimenti. Due dati sono significativi e danno la fotografia della situazione. Più di un milione di persone ha lasciato il paese per sfuggire alla situazione di precarietà. L’indice di miseria (somma di inflazione e disoccupazione) pone il Venezuela al primo posto al mondo nel periodo che va dal 2013 al 2016.

 

La chiesa nelle sue varie espressioni (tra queste i missionari OMI) soffre con il popolo e lavora per tenere alti i valori e l’attesa di un futuro migliore. I vescovi venezuelani in un documento dello scorso luglio hanno ricordato che “la Parola di Dio assicura che Dio è sempre dalla parte del suo popolo, specialmente nelle sue ore più difficili… le prove, le delusioni e l’amarezza della vita non sono un segno del suo abbandono, ma possono anche essere un’opportunità di crescita e salvezza”. L’impoverimento generale, le code infinite davanti a supermercati e stazioni di rifornimento, la forte emigrazione dal Paese, sono segnali di afflizione e angoscia. Dalla fine del 2013 ai giorni nostri, si sono susseguite molteplici manifestazioni di protesta. Oggi il popolo venezuelano appare stanco. Anche di sperare.

(Editoriale di p. Pasquale Castrilli da Missioni OMI 1-2/2019)