Chissà cosa pensava il giovane padre Alessandro il giorno della sua consacrazione episcopale. Quali erano i suoi sentimenti, le paure, le emozioni? Sono passati poco più di cinquant’anni da quell’8 dicembre 1968 quando a Luang Prabang, nel nord del Laos, il giovane missionario riceveva un dono e una responsabilità. Padre Alessandro aveva solamente 37 anni. Le esigenze della missione gli cuciono addosso un servizio di responsabilità per il bene della chiesa e della missione tra quei poveri. Era arrivato in Laos nel 1957 con entusiasmo e speranze condite, con il passare del tempo, da un sano realismo. Dimensioni vissute in quegli anni da tutti i giovani OMI italiani che con generosità avevano dato disponibilità per una missione difficile: una lingua ostica, il clima umido, la dialettica con i confratelli francesi, l’enorme distanza dalla madrepatria, le morti premature… Cinquant’anni dopo mons. Alessandro Staccioli ha ricordato quel giorno. Con gratitudine senz’altro, ma anche con quella leggerezza che lo ha sempre contraddistinto da quando giovanotto era entrato in seminario a Siena e successivamente tra le file dei missionari Oblati di Maria Immacolata. Cinquant’anni di episcopato spesi in Laos fino al 1975, successivamente in Italia e poi per lunghi anni in giro per il mondo a visitare e sostenere le comunità laotiane della diaspora. Un episcopato missionario, dinamico, pieno di volti, luoghi, viaggi, contrattempi… Che ha conosciuto il dolore di un popolo, l’espulsione dei missionari stranieri decretata dal governo di quel paese asiatico nel 1974/1975, ferita mai rimarginata e rimasta sempre viva nel cuore di tanti.
Un bel traguardo, dunque, al quale dedichiamo diverse pagine di questo numero di Missioni OMI che arriva nelle vostre case. Testimone di una stagione unica per gli Oblati italiani e per la chiesa missionaria, Staccioli ha saputo coniugare in maniera armonica responsabilità e buon senso, impegno e buon umore, coraggio e riservatezza. Egli ci ricorda una terra in cui i figli della chiesa sono stati spesso perseguitati, alcuni hanno pagato con il dono totale della propria vita. La beatificazione dei martiri laotiani avvenuta a Vientiane, capitale del paese, il 16 dicembre 2016 ci ha fatto conoscere storie eroiche, testimonianze cristalline di una chiesa umile, impegnata a cercare il bene della gente e a promuoverlo. Figure come quelle di mons. Staccioli sono una risorsa unica e preziosa per la chiesa e per una congregazione missionaria… un patrimonio di esperienza, umanità e fede. Storie che edificano e che vanno conosciute e trasmesse.
(Editoriale di p. Pasquale Castrilli, tratto da Missioni OMI 3/2019)