L’area di Fremantle, città di mare nell’Australia occidentale, vide nel periodo successivo alla Seconda Guerra mondiale una forte emigrazione italiana. I nostri compatrioti trovarono un approdo sicuro in questa bella città situata sulla foce del fiume Swan, 20 chilometri a sud di Perth. Provenivano soprattutto dalla Sicilia e dalla Puglia. I gemellaggi con Capo d’Orlando (Messina) e Molfetta dimostrano quanto forte sia stato questo legame. A Fremantle ci sono Capo d’Orlando Drive e Molfetta Quay e anche nelle due città italiane si possono trovare riferimenti alle ‘sorelle’ australiane. Insieme alle comunità portoghese e croata, gli italiani crearono una convivenza pacifica. La comune fede cattolica dava un contributo a cementare rapporti di collaborazione e amicizia. Molti italiani lavoravano nell’industria della pesca contribuendo allo sviluppo economico di quella zona del Paese.
Dal dopoguerra sono stati una decina i missionari OMI italiani a servizio dei nostri compatrioti. Tra essi padre Pietro Abramo (1909-1984) e padre Gaetano Nanni (1919-2012) che arrivò a Fremantle nel 1951, apprezzato e amato da tanti nel corso degli anni. Gli italiani portarono da quelle parti numerose tradizioni, tra queste la devozione alla Madonna ‘siciliana’ di Tindari, la Madonna Nera (“Black Madonna”). Si inserivano, gli OMI italiani, in una lunga storia di presenza oblata iniziata nel lontano 1894. Vari sono stati, e sono attualmente, i ministeri svolti dai missionari OMI a Fremantle: parrocchia (St. Patrick’s Basilica), ospedali, carcere, assistenza ai marittimi (Stella Maris), ai senza fissa dimora, lavoro in ambito educativo.
Da poco più di un anno padre Giancarlo Iollo, Oblato italiano, classe 1973, rinnova la tradizione oblata italiana nel Nuovissimo continente. Un missionario giramondo che ci racconta, nel dossier di questo numero, del nuovo volto delle migrazioni in quel Paese e del suo ministero. Si conta che tra il 1949 e il 1959 oltre 200mila italiani cercarono fortune a quelle latitudini. Il monumento ai pescatori a Fremantle, opera bronzea di Roberto Balsamo, è il simbolo di quei viaggiatori che speravano condizioni migliori. La migrazione in realtà non si è mai fermata. I dati del censimento 2016 dicono che le persone che parlano la lingua italiana in Australia sono 271.597! E gli uffici dell’immigrazione australiana hanno rilasciato migliaia di visti di lavoro a nostri connazionali nel quinquennio 2010-2014. Carlton (Melbourne), Leichardt e Haberfield (Sydney), Campbelltown (Adelaide) e Perth sono le città a maggiore concentrazione italiana. Il sogno australiano continua e con esso l’appello all’evangelizzazione.
Editoriale di p. Pasquale Castrilli, da Missioni OMI 3/2021