Laici e religiosi Oblati : Vivere dello stesso Carisma
Missione dei settantadue discepoli (Lc 10,1-12)
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: «Si è avvicinato a voi il regno di Dio». Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: «Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino». Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
“Il carisma di sant’Eugenio de Mazenod, dono dello Spirito alla Chiesa, brilla nel mondo. I laici si riconoscono chiamati a parteciparvi secondo il loro stato di vita, e a viverlo secondo modalità che variano a seconda dell’ambiente e delle culture. Partecipano al carisma in spirito di comunione e reciprocità tra di loro e con gli Oblati. Per vivere più intensamente la missione di evangelizzazione secondo il carisma oblato, i laici si riuniscono in associazioni …
(Regola 37)
“Con questa lettera, oltre alle persone consacrate, mi rivolgo ai laici che, con loro, condividono ideali, spirito, missione. Alcuni istituti religiosi hanno una vecchia tradizione su questo argomento, altri un’esperienza più recente. Infatti, attorno ad ogni Famiglia religiosa, oltre che alle Società di vita apostolica e anche agli Istituti secolari, c’è una famiglia più grande, la “famiglia carismatica”, che comprende più Istituti che si riconoscono nello stesso carisma, e soprattutto laici cristiani che si sentono chiamati, nella propria condizione laicale, a partecipare alla stessa realtà carismatica. Incoraggio anche voi laici a vivere questo Anno della Vita Consacrata come una grazia che vi può rendere più consapevoli del dono ricevuto. Celebratela con tutta la “famiglia”, per crescere e rispondere insieme alle chiamate dello Spirito nella società contemporanea”
(Papa Francesco)
Esperienze di una vita quotidiana laicale animata dal carisma oblato
Il carisma trasmesso da S. Eugenio de Mazenod alla Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata è oggi quanto mai vivo e produce frutti abbondanti soprattutto nella vita di tanti laici e laiche.
Personalmente mi sento parte della famiglia oblata da sempre ed è anche per questo che conservo ben fissi nella memoria tutti quei piccoli e grandi atteggiamenti missionari degli oblati che ho avuto il privilegio di incontrare finora e che mi sono stati di esempio e di stimolo nella vita.
Una di famiglia…. Mi sono sentita così quando uno dei padri pregava per me durante la S. Messa del mattino poiché avevo un esame all’università e poi, la sera, veniva a casa per accertarsi che tutto fosse andato bene. O quando andava a confidare i miei pensieri, le mie gioie e le mie preoccupazioni a quel “padre” che era sempre pronto ad accogliermi.
E ho ricordi molto precisi di quando un altro oblato ha deciso di eliminare la balaustra che era posta dinanzi all’altare perché affermava che creava “separazione” tra il sacerdote e la comunità riunita. O quando ancora, d’estate, si recava sulla spiaggia del mare per incontrare i “non frequentanti” con cui non si riusciva ad avere contatti.
Come dimenticare, poi quell’altro oblato che alla 5 del mattino passeggiava per le vie del territorio parrocchiale per recitare il Rosario per tutti i parrocchiani? Ecco esempi luminosi di una passione missionaria che resta stampata nel cuore.
Ed è anche per tutti questi semplici gesti di vita quotidiana che credo di aver felicemente constatato di essere parte integrante di questa famiglia oblata e di aver trovato il mio posto come laica all’interno dell’Ammi. È il posto giusto per me che mi permette di poter continuare a camminare seguendo le orme di S. Eugenio così da poter essere sempre di più una creatura umana, cristiana e santa attraverso questo spirito missionario con il quale vivere tutte le situazioni della vita ordinaria, in famiglia, al lavoro, nella comunità ecclesiale ed in quella sociale, cosi come hanno fatto nella casa di Nazareth Gesù Giuseppe e Maria.
(Daniela)
“Fin da ragazza ho respirato il carisma oblato crescendo in una parrocchia dove in tutte le cose fatte e dette, l’aria che si respirava ci richiamava spesso a S. Eugenio de Mazenod.
Mi sono fin da piccola sentita parte di una “famiglia allargata” dove si era educati a guardarci attorno con l’atteggiamento di “non vivere solo per se stessi” ma ad avere attenzione anche a tutti coloro che vivevano attorno a noi, vicini e lontani, amici, conoscenti ed altri.
Così siamo cresciuti insieme anche con Fabio, mio marito, con il quale nel tempo si è costruita una famiglia basata sulla “preghiera attiva” e sulla condivisione con i più poveri vicini e lontani, per i quali organizzare attività ed iniziative per sostenerli nel loro tanti bisogni concreti.
Oggi, in questo tempo di pandemia, il nostro spirito missionario ci porta ad essere attenti soprattutto alle persone più fragili che ci sono vicini “i nostri vecchietti” cercando di non lasciarli soli, curando il loro corpo e sostenendo il loro spirito.
Molte volte mi ritrovo a pensare a tutto il cammino fatto e spontaneamente dico a me stessa: “È bello far parte di questa famiglia oblata”.
(Annarita)
Frequentando gli oblati ho capito che anch’io posso essere missionaria vivendo la mia quotidianità con uno spirito diverso dal modo comune. Come loro anche io posso accogliere l’altro nel nome del Signore….Non occorrono gesti eclatanti. Bisogna saper ascoltare e pregare.
Tutto questo ha certamente bisogno di un continuo confronto, di preghiera, di una rete di condivisione.
Tutte queste realtà io le ho trovate presenti nell’Ammi, associazione di laici oblati che frequento da qualche anno. Un’esperienza di vita che mi fa sentire fortunata e grata al Signore che mi ha fatto con questo meraviglioso Carisma Oblato per mezzo del quale riesco ad affrontare la vita con le sue difficoltà e con le sue opportunità.
(Serena)