Le frontiere della missione della chiesa sono molteplici: non c’è ambito della vita umana in cui il Vangelo non possa essere vissuto e annunciato. Il mondo dello sport, da quello di alto livello a quello amatoriale, ha bisogno di evangelizzazione al pari degli ambienti di lavoro, di studio, di impegno sociale o politico. La Buona Notizia della salvezza conquistata da Cristo entra in dialogo con il vissuto degli esseri umani per purificarlo, redimerlo, qualificarlo. E l’attività sportiva occupa una parte importante della vita settimanale di tante persone. Le statistiche dicono che il tempo per l’attività fisica è sempre più ricercato e qualificato. Il periodo dell’emergenza sanitaria ha compromesso in parte questo beneficio, ma forse lo ha reso ancora più ricercato e apprezzato.
La corsa a piedi, in particolare, contribuisce al calo di peso, a regolare valori ematici e pressori, al benessere emotivo, a produrre endorfine. Un paio di scarpe adatte è tutto ciò che serve: un benessere a costi relativamente bassi. Siamo nati per correre, lo facciamo da bambini: un’attività sportiva sana e naturale che prolunga la dimensione ludica anche nella vita adulta e contribuisce a realizzare quella cura del creato di cui noi stessi siamo parte come esseri umani. Correre è stare con sé stessi, entrare in comunione profonda con il Creato, con il Creatore, con i Creati. Occasione di apertura, uguaglianza, amicizia, dialogo e solidarietà. La chiesa vuole abitare sempre più il mondo degli sportivi e lo fa mettendo in campo numerose iniziative e progetti, sia a livello nazionale che locale.
Due anni fa mons. Francesco Miraglia, patriarca di Venezia, accoglieva gli atleti arrivati in città per la maratona autunnale con queste parole: “Desidero manifestare la mia vicinanza e unirmi spiritualmente a tutti voi. Anche il correre può diventare un’occasione preziosa per lodare l’unico Dio, Padre di tutti e ammirare una volta di più la bellezza del Creato che ci è stato donato – e questo diventa specialmente vero nel percorso splendido che dalla Riviera del Brenta vi porterà nel cuore di Venezia – ma anche per sperimentare, in un contesto di sana competizione sportiva, situazioni di incontro, di reciproca accoglienza, e di fraternità umana che accomuna tante persone di provenienza disparata. Vi incoraggio pensando anche alla grande corsa della vita che appartiene a tutti. Siate consapevoli delle vostre forze e dei vostri limiti per affrontare sia la sfida della maratona che la sfida della vita con lealtà, generosità e determinazione. Così un’autentica vittoria potrà essere da voi conseguita al di là della perfomance realizzata e della classifica”.
Editoriale di p. Pasquale Castrilli, tratto da Missioni OMI 8-9/2021