EVANGELIZZARE INSIEME, È POSSIBILE? COME?
Gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: “Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!”. Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: “Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarea a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?”
(At 11,1-17)
La grazia della conversione è eminentemente legata alla parola, è opera di Dio; i miracoli si operano attraverso di essa. Ecco la rete misteriosa, quando è gettata in nomine Jesu. Da san Pietro fino ai nostri giorni, e sarà così sino alla fine dei secoli, è attraverso la parola parlata e non attraverso la parola scritta che si operano numerose conversazioni… La parola di Dio non è affatto una poesia musicata che, cantata con soave e piacevole armonia, lascia solo sentimenti passeggeri; è la luminosa dichiarazione dei discorsi di Dio che dona intelligenza anche ai bambini; è l’insegnamento divino che penetra nelle anime, le marchia in profondità e ha il potere di salvarle.
(Eugenio de Mazenod a padre Suzanne 25 agosto 1827)
RIFLESSIONI PERSONALI: Annunciare insieme l’amore di Dio
Per Pietro l’esperienza della visione, condivisa con gli altri fratelli, era guardare avanti con fede. La sua missione era quella di far conoscere la chiesa e far conoscere Dio a tutti senza distinzione di razza o religione. Annunciare senza temere o farsi troppe domande. Noi evangelizziamo ogniqualvolta testimoniamo l’amore folle di Dio per noi in semplicità e piena fiducia in lui.
Abbandonandoci a lui come Pietro, i sei fratelli che lo seguirono, la famiglia di Cesarea che li accolse. Ogni volta che io vivo questo amore nella mia famiglia, sul luogo di lavoro, in comunità… L’altro si sente coinvolto e avvolto in questo amore ed è allora che evangelizziamo insieme.
RIFLESSIONI PERSONALI: Necessità della missione
Prima che conoscessi la congregazione religiosa degli Oblati di Maria Immacolata, mi chiedevo perché la Chiesa Cattolica lasciasse, passiva e disarmata, che gli aderenti alle Confessioni Protestanti uscissero per strada a fare proseliti tra quei battezzati che non entravano più in chiesa, ma anche tra gli atei e gli agnostici, i quali attendevano qualcuno che parlasse loro di Dio. Sentivo che la nostra chiesa doveva uscire fuori dalle sue mura ed evangelizzare, se non voleva correre il rischio di morire. Con grande entusiasmo pertanto ho aderito alla spiritualità della congregazione OMI che fa della missione evangelica il suo impegno prioritario, in cui vengono coinvolti religiosi e laici (AMMI) inviati dappertutto ad evangelizzare, con la parola e la testimonianza, i non credenti e i non battezzati, quelli cioè che al tempo di Pietro, in at. 11, erano i “pagani non circoncisi” e al tempo di s. Eugenio erano gli illuministi atei e deisti.
ESPERIENZE PERSONALI: Esperienza missionaria dell’oratorio del Rosario
Una cappella annessa alla chiesa di san Domenico, l’Oratorio del Rosario, è stata riaperta al pubblico dopo lunghi anni di restauro. Si tratta di un luogo di culto carico di storia, legato alle vicende della Confraternita del Rosario, una confraternita che nasce nella Germania meridionale nella seconda metà del XV secolo. Questa riapertura è stata occasione di una missione particolare per la comunità oblata di Cosenza: nei lunghi mesi del confinamento sociale si è sviluppata la nozione di missione a km. 0, direttamente legata all’esortazione che Eugenio de Mazenod rivolgeva ai suoi confratelli a Notre Dame du Laus, l’esortazione a restare nel posto dove si recavano i fedeli e i bisognosi, i curiosi e i pellegrini, per non sprecare con la chimera di una strategia migliore la necessità di accogliere chi là si recava per tanti motivi diversi nel proprio cuore. L’Oratorio del Rosario esercita non solo sul turista occasionale, bensì sugli stessi abitanti del luogo un’attrazione legata alla memoria del proprio vissuto, ai matrimoni lì celebrati: abbiamo cercato di trasformarla nella nostra Notre Dame du Laus. Per fare questo abbiamo pensato di formarci, in una forte rete di relazioni orizzontali, una rete costituita da incontri successivi e reiterati in cui sviluppare una forte consapevolezza della storia culturale e spirituale del luogo e una autocoscienza di un gruppo di volontari del Rosario. Insieme cercavamo, insieme ci evangelizzavamo per poi condividere il messaggio insieme al visitatore. Ci siamo così formati ad accompagnare, con conoscenza del simbolismo religioso e della tensione spirituale di quell’oratorio, chiunque, credente o non credente, volesse essere accompagnato a partecipare alla tensione spirituale dell’oratorio e della chiesa principale, con i loro tesori religiosi materiali e immateriali. Non è solo la forte valenza mariana, radicata nella confraternita e nel nome di Associazione missionaria di Maria Immacolata, a colorare questa esperienza missionaria che rende al meglio la dimensione laica dell’Ammi. Il nostro scopo non è stato quello di fare scoprire i luoghi ad un visitatore opportunamente sollecitato, preparato a ciò che lo attendeva, in momenti specifici e codificati: dando una netta preminenza alla dimensione spirituale, lo scopo è quello di accompagnare il visitatore – qualunque siano le sue intenzioni – in base a quello che ci dice voglia da noi – se non desidera ascoltare, viene accompagnato nel silenzio. Una piccola sequela evangelica per sentirci insieme nell’evangelizzazione e gettare dei semi senza preoccuparsi in alcun modo se questi cadano nella ghiaia oppure nella terra vulcanica.
ESPERIENZE PERSONALI: La bellezza di evangelizzare insieme
Evangelizzo «insieme» quando testimonio un incontro, il mio Incontro personale con Gesù, ma in comunione e in unità con gli altri. L’io di ciascuno diventa un “noi” quando non ha pregiudizi sull’altro, lo accoglie, lascia andare le proprie convinzioni, è umile e disinteressato. Un noi che, superando differenze anagrafiche, culturali… porta Gesù con noi agli altri.
Mi ritornano alla mente le tante esperienze di evangelizzazione vissute insieme ai fratelli dell’AMMI prima che la pandemia da coronavirus ci fermasse. In semplicità ci siamo recati, fuori e dentro la nostra città, presso famiglie che non ci avevano mai conosciuti ma che ci hanno sempre accolto con grande entusiasmo e senso di ospitalità. Da quelle visite sono nate tante relazioni che si sono estese ben oltre il tempo della missione.
Anna Maria, Francesca, Loredana, Luca, Pasqualina