P. Domenico Albini DESIDERIO di SANTITA’

“Siamo fatti per il cielo,
ed il nostro cuore non può
essere contento se non quando possiederemo il cielo.
Non è forse vero che ognuno
sente in cuore una necessità
insopprimibile di felicità?
E la prova che siamo fatti
per il cielo…
..E’ Dio il nostro bene duraturo
non possiamo cercare altrove”.

P. Domenico Albini

“ La Santità
è frutto della grazia di Dio.
Ogni stato di vita porta alla
santità, sempre: a casa tua,
sulla strada, al lavoro, in Chiesa.
In quel momento, e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada
verso la santità.
Non scoraggiamoci di andare su
questa strada.
E’ proprio Dio che ci da la grazia.”

Papa Francesco

L’attualità e la veridicità del messaggio di P.Albini, la troviamo in Papa Francesco: “Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cosa è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini. Esse sono come la carta di identità del cristiano”(Gaudete et exultate). Le otto Beatitudini sono le otto porte per andare da Gesù. In quelle otto situazioni di vita Gesù è con noi.(P.Jean Paul Hernandez,) Il testo di Matteo (5,3-12) annuncia un regno nuovo, è Gesù che inaugura una era nuova, in Lui si concretizzano tutte le situazioni qui descritte, Egli presenta se stesso identificandosi negli ultimi… La santità è un cammino, dice ancora Papa Francesco un’esperienza di relazione di viaggio con, per e in Lui. Ecco perché le Beatitudini si possono solo testimoniare in quanto implicano l’incontro con Lui, con Gesù che ci ama e ci accoglie nelle nostre debolezze..

P. ALBINI “L’Apostolo della Corsica”, “ Lu SANTU”

Al momento della morte dl P.Albini, Eugenio scrisse “Un Santo aumenta la comunità oblata in cielo”, e, insieme a Padre Gulbert, raccolse testimonianze per avviare la causa di beatificazione.
P. Albini fu formatore dei giovani, predicatore instancabile, confessore per missione, strumento di conversione per molti e anche se non ancora beatificato, ma dichiarato Venerabile, la gente della Corsica, dove lui svolse con passione il suo apostolato, lo chiama ” Lu Santu”. Nella città di Vico, la sua stanza è stata trasformata in Cappella, sulla riviera meridionale francese, viene ricordato come “l’Apostolo della Corsica” morto “en odeur de saintetè” con un suo ritratto esposto nella cattedrale di S.Michele a Mentone”. Padre Albini conobbe Eugenio e Suzanne a Nizza. Giovane sacerdote di quella diocesi, rimase molto impressionato dalla loro predicazione, durante un ritiro “per giovani sbandati”, tanto da desiderare e dire “voglio diventare come loro”. Dopo il noviziato ad Aix, partecipò con i Padri oblati alle missioni e predicazioni popolari nelle campagne. Eugenio gli affidò, anche la cura degli immigrati Italiani a Marsiglia e quando ricevette la richiesta del Vescovo di Aiaccio di aprire un seminario considerate le pessime condizioni della chiesa in Corsica, Eugenio inviò P. Guibert e P. Albini. Notevole l’impegno nella formazione di giovani seminaristi, una nuova generazione di pastori “forti nella fede, istruiti e zelanti” P.Fabio Ciardi. Nei suoi scritti sulla missione di P.Albini in Corsica P. Ciardi riporta: “con la sua incessante predicazione attraversava villaggi, annunciava il vangelo, disarmava le vendette e, le famiglie ritrovavano la concordia”. Gli venivano attribuiti eventi prodigiosi, soprattutto durante le numerose missioni parrocchiali tanto da definirlo “taumaturgo”. Preziose le parole sul sacerdozio che P.Fabio Ciardi ritrovò nel suo diario “il Prete è l’uomo di Dio, non può dispensarsi dall’esserlo, tutti i santi si sono formati con le preghiere….un prete deve per forza diventare Santo, e può farlo solamente con la preghiera; pensa, agisce, parla secondo la fede, vede Dio che dirige e volge tutte le cose al bene di chi ama”.

RIFLESSIONE

“Bruciate dal desiderio di diventare santi, “dobbiamo diventare santi in qualsiasi stato di vlta, cosi S.Eugenio esortava i suoi figli. Vogliamo puntare in alto, alla santità, anche se ci sentiamo deboll e fragili? Siamo pronti a lasciare agire Dio, e farci contagiare dalla sua santità?
Quanto è importante per noi camminare non come singoli, ma insieme verso la santità? (v. foglietto di Novembre) ” Amiamoci e diventiamo una sola cosa”, afferma S.Eugenlo, è insieme che i cristiani possono farsi santi, vivendo l’amore reciproco. Chiediamoci se siamo disponibili a far parte di una Chiesa che chiama ed accoglie, che dona coraggio e speranza, attraverso i sacramenti, la parola e i valori missionari testimoniati da P.Albini secondo il carisma di S.Eugenio?

LA SANTITA’ FERIALE

Siamo Andrea e Melina, viviamo in un piccolo paese sulla costa Jonica Calabrese, S.Andrea Apostolo dello Jonio, dove è nata e vissuta Mariantonia Samà (1875/1953), chiamata “ La Monachella di San Bruno” e beatificata il 3 ottobre di quest’anno. Come P. Albini, Mariantonia fu considerata Santa dalla comunità Andreolese durante la vita, vissuta paralizzata a letto con le gambe rattrappite e ginocchia alzate per sessanta anni fino alla morte.
Le manifestazioni della sua Santità colpivano tutti quelli che si rivolgevano a Lei per ricevere grazie, ascolto, conforto, preghiera e speranza. Nessuno lasciava la sua umile dimora, che era ed è tuttora meta di fedeli, senza essere stato incoraggiato e rincuorato. Possiamo dire che Mariantonia fa parte di noi ancor prima della nostra nascita, perché i nostri nonni ed i nostri genitori erano assidui nel farle visita confidandole ansie e preoccupazioni. La mamma di Andrea le manifestò la sua preoccupazione quando lo aspettava, essendo lei quarantenne ed al settimo figlio, Mariantonia la incoraggiò ed alla nascita gli diede la sua benedizione. Diversi autori hanno descritto le fondamentali caratteristiche del suo carisma: specialmente l’accettazione silenziosa della sofferenza e il totale abbandono alla volontà di Dio. Questa suo esempio ci è stato di grande aiuto nelle diverse fasi difficili della nostra vita, relativi alla salute, al lavoro, alla perdita di persone care, e Mariantonia ha sempre ascoltato le nostre suppliche, guidandoci nella certezza che la Parola, Gesù Eucarestia e la preghiera nutrono la Fede. Quando iniziò il percorso della Beatificazione, Andrea fu chiamato a far parte del Comitato per seguirne le varie fasi. Un’esperienza emozionante ed arricchente in quanto ha rivisitato le varie tappe del cammino di Mariantonia verso la Santità. Questo “cammino” diventa l’idea ispiratrice del “Cammino della Monachella di San Bruno” una iniziativa giunta alla III edizione. Un percorso di circa 75 km, “la via della speranza” che ripercorre in tre giorni il viaggio di Mariantonia che, da giovanissima, veniva accompagnata alla Certosa di Serra San Bruno, perché considerata, indemoniata, avendo manifestato strani comportamenti e convulsioni. Dopo un lungo esorcismo, fu guarita miracolosamente ai piedi Santo. Dopo alcuni anni si ammalò e rimase paralizzata per sempre.
Il gruppo che aderisce a questa esperienza sta crescendo in entusiasmo e sta coinvolgendo persone dei paesi del comprensorio. Stiamo vivendo questa esperienza con un forte spirito missionario, consapevoli dell’importanza di testimoniare questo modello di santità quotidiana. La preparazione e la realizzazione del Cammino, infatti, ha fatto scaturire delle belle dinamiche relazionali di amicizia, di confronto, di fiducia e di collaborazione. Siamo convinti che l’appartenenza alla comunità Ammi, la vicinanza degli associati e il carisma Oblato ci hanno consentito di avviare e continuare questo progetto, grazie anche alla testimonianza di Mariantonia, che piccola come una granella di senape, e presente nella comunità come il levito nel pane, nascosta, ma piena di fede nel “suo bel Gesù”. Ogni chiamata alla santità di fatto inizia dallo sguardo di Cristo che ci ama e, allora forse dovremmo fare come la luna che, pur non risplendendo di luce propria, rende la notte meno buia e attraverso la luce fa vedere quella del sole, in quanto sono i raggi del sole ad illuminarla. Essere segno, come Gesù ci chiede, è essere un pò luna per rendere meno buia la notte di chi è nel buio, ma anche, come la luna, far vedere Colui che ci da luce.