Contemplo Maria, nostra Madre, in questi tempi strani, in questi tempi di grandi e continui cambiamenti. Lei cammina con noi nelle Scritture, nella Tradizione, nelle nostre Costituzioni e Regole e lungo i nostri cammini missionari.
Lei cammina con noi anche nell’animazione e nella preparazione del nostro prossimo Capitolo Generale.

Maria pellegrina1, giovane donna di Nazareth che, secondo la sua tradizione ebraica, cammina con Dio.

Aperta allo Spirito, (C. 10) nel saluto dell’Angelo, Dio la sorprende e lei gli risponde dal più profondo del suo essere. Ricolma di grazia, ha i suoi orecchi, i suoi occhi e le sue braccia totalmente aperti; lei apre generosamente anche il suo cuore: Eccomi! Sia fatto in me… Fiat!

Maria si mette in viaggio. La serva del Signore, piena di Spirito, lascia Nazareth e attraversa il paese da nord a sud per incontrare sua cugina Elisabetta (Lc 1,39). Colei che è stata ricolmata di vita e di speranza va alla ricerca di colei che era chiamata sterile. Maria è in movimento, una pellegrina che va per vie diritte e tortuose, per strade e sentieri, attraversando valli e montagne. Sicuramente ha affrontato le difficoltà del viaggio, come oggi molti missionari, superando ostacoli, attraversando a piedi fiumi e torrenti.

Maria, piena di grazia, è una donna pellegrina, una donna che parte, una donna in viaggio. Questa giovane ragazza, che diventerà madre, con il suo saluto porta gioia; anche l’esultanza del profeta non ancora nato esprime gioia e comunione. Com’è possibile che la madre del mio Signore venga da me? Che la gioia missionaria di Maria e la gioia di Elisabetta, sorpresa da questo meraviglioso incontro, siano anche la nostra gioia, per metterci anche noi in cammino (Lc 1,43).

In ringraziamento per sguardo di Dio verso l’umiltà della sua serva, Maria canta, esulta, magnifica e glorifica il suo Signore, aprendo una nuova pagina per l’umanità (Lc 1,46-55). Che opere meravigliose il Signore fa per gli umili, per coloro che hanno occhi per vedere, orecchi per udire, cuore per ascoltare, per amare e per accogliere! Maria è anche la giovane madre che semina comunione: accoglie, custodisce e ne fa tesoro nel suo cuore (Lc 2,19). Maria è vigile, attenta, sempre in contemplazione, fino al momento di passare all’azione quando dà indicazioni precise sull’organizzazione di quelle nozze a Cana di Galilea. Maria in cammino… una donna missionaria… semina comunione, come pellegrina di speranza.

Maria si mette in cammino anche nel dolore: è colei che cammina con suo figlio fino a consegnarlo e perderlo un venerdì ai piedi della croce, e dove riceve come figli tutti i credenti (Gv 19,26-27). Maria aspetta un sabato nel silenzio della speranza. Maria sicuramente avrà sperimentato l’incontro e la comunione con il Figlio suo risorto il primo giorno della settimana.

Tanti sono i viaggi e le strade nelle uscite missionarie: a piedi, a dorso di mulo o a cavallo, su un veicolo fuoristrada o in moto. Alcuni lo hanno fatto anche in barca sul fiume Napo, verso le stazioni missionarie o in canoa lungo il fiume Chixoy… e quanti altri viaggi ancora per raggiungere le comunità che ci aspettano con gioia.

Quando penso a Maria di Nazareth, penso anche a tante donne, studentesse e lavoratrici, giovani e anziane, donne sole, madri e vedove, che compongono le nostre comunità missionarie. Esse, più di chiunque altro, hanno un cuore attento e disposto ad ascoltare Dio, e un cuore generoso nel rispondere e partecipare alla vita ecclesiale. Sono anch’esse pellegrine, donne di speranza, donne in comunione con il loro Signore e in comunione con la Chiesa locale. Penso alle implicazioni della nostra vocazione per loro, specialmente come è descritto dal nostro nome: Missionari… Oblati… Maria Immacolata. Mi vengono in mente le parole della Prefazione alle nostre Costituzioni e Regole: “Che vasto campo da percorrere! Che nobile e santa impresa!” E come ho già fatto in passato tante volte, mi sento chiamato a rileggere questa Prefazione in un’atmosfera di preghiera, e forse a riscriverla in chiave mariana, nel nostro contesto di oggi.

Quando Maria di Guadalupe andò verso Juan Diego Cuauhtlatoatzin mentre era in cammino con le sue preoccupazioni, lo incoraggiò a ritornare sulla via della missione che gli era stata affidata. Ecco le parole di consolazione che Juan Diego ricevette da Maria sulla collina del Tepeyac:

“Ascolta! Figlio mio, il più giovane e il più caro, ricorda nel tuo cuore, che la quello che ti ha spaventato, quello che ti ha addolorato, non è niente; non lasciarti turbare! non temere questa malattia o qualsiasi altra malattia, o qualsiasi cosa dolorosa o che ti ferisce. Non sono forse qui io, che sono tua madre? Non sei tu forse alla mia ombra e sotto la mia protezione? Non sono forse io la fonte della tua gioia? Non sei tu nelle pieghe del mio mantello, tra le mie braccia? Di cos’altro hai bisogno?”

Che queste parole2 oggi incoraggino tutti noi, come discepoli missionari.
In preparazione al Capitolo Generale, abbiamo potuto meditare, pregare e cantare: Santa Maria del cammino, vieni in mezzo a noi, cammineremo insieme!

p. Hipólito Olea Tinoco, OMI


1 In spagnolo la parola ‘pellegrinaggio’ (dalla parola pellegrino, andare in pellegrinaggio) ha anche il seguente significato: “intendere la vita come una strada/percorso; essere trasformati per raggiungere l’unione con Dio (…)”. Real Academia Española: Dizionario della Lingua spagnola, 23ma ed. [versione online 23.5]. <https://dle.rae.es> [1/04/2022].

2 Antonio Valeriano: Nican Mopohua – disponibile in diverse lingue; No. 118-119: https://virgendeguadalupe.org.mx/el- relato/