UN PO’ DI STORIA
Il laicato oblato, ed in particolare l’Ammi, ha una lunga storia che risale al XIX sec., ai tempi di S. Eugenio quando alcuni suoi confratelli avrebbero voluto fondare una sorta di terz’ordine legato alla Congregazione. Ci sono voluti parecchi anni perché questo avvenisse. Nel 1920 il Sup. Gen., mons. Dontenwill dichiarò che era venuto il momento di estendere l’obiettivo dell’Associazione di Maria Immacolata a tutte le attività apostoliche della Congregazione.
Nel 1928 al nome dell’Associazione fu aggiunta la parola ‘Missionaria’. Nel 1929 il p. Gen. Dontenwill sostenne che gli associati potevano essere considerati ‘apostoli ausiliari dei Missionari Oblati’. Ciò produsse un’enorme espansione dell’Associazione in tutta la Congregazione. Il Sup. Gen. successivo p. Deschâtelets, continuò a far crescere l’AMMI, sottolineando l’importanza della formazione dei suoi membri e affermando che “i nostri associati fanno parte, in qualche modo, della nostra famiglia religiosa”.
Dagli anni ’70 in poi, con il cambiamento d’indirizzo ecclesiologico del Concilio Vaticano II, oblati e laici cercarono nuovi modi, diversi dalla “vecchia AMMI” ancora troppo legata a schemi preconciliari. L’AMMI italiana fu l’unica al mondo a conservare il nome tradizionale ma a trasformarsi profondamente con uno stile ecclesiologico aggiornato. Dopo il congresso di Collevalenza, infatti, l’AMMI d’Italia rinnovò sé stessa attraverso il nuovo statuto del ’92.
La canonizzazione di Sant’Eugenio e la spinta del Sup. Gen. p. Zago portarono frutti importanti come il Congresso di Aix, la partecipazione dei laici a diversi capitoli, la creazione di una Commissione di laici e oblati, la pubblicazione del Direttorio delle Ass.ni oblate e il Congresso mondiale appena celebrato. Sulla scia di quest’ultimo l’amm.ne centrale ha richiesto la presenza al Capitolo Generale di 7 laici provenienti dai 5 Continenti messi in rete grazie all’organizzazione del Congresso stesso. Tutto ciò ha contribuito a smuovere una situazione ferma da anni producendo importanti risultati.
STORIA E FEDELTÀ
Noi laici dell’AMMI ci siamo sentiti parte della realtà che nasce all’interno del carisma di S. Eugenio in risposta ad una chiamata che viene da Dio nella storia di ognuno di noi. In forza di questa chiamata, cui il Signore è rimasto fedele nel tempo, continuiamo, con perseveranza, a camminare verso il riconoscimento della nostra identità oblata e dell’appartenenza al carisma.
“La missione dei laici non è un privilegio di pochi e comporta dedizione totale e compromissione piena. Ai laici stessi è chiesto di essere lieti nel dono di sé e nella preghiera, di crescere e di operare dentro la comunità cristiana per condividerne e sostenerne il cammino, nel reciproco scambio dei doni suscitati dallo Spirito. Proprio questa è la sinodalità cui Dio ci chiama e che ci chiede di rispondere alle diverse chiamate; di camminare insieme, pastori e gregge, sui sentieri della storia (…)1”.
DENTRO LA STORIA: UN’ESPERIENZA
La riflessione sulle radici della nostra adesione al messaggio missionario di S. Eugenio e su ciò che ci ha portato a rimanere agganciati al Carisma ci ha fatto ripensare agli avvenimenti delle fasi della nostra storia e su come siamo arrivati ad aderire, molti anni fa, all’AMMI; ci siamo resi conto che c’è sempre stato un filo d’oro che ha accompagnato il nostro cammino e che fa capo all’appartenenza ad una parrocchia Oblata: il SS Crocefisso. Siamo arrivati all’AMMI passando prima per un’assidua frequentazione alle giornate di Marino, poi, grazie alle Comi siamo giunti ad impegnarci nel C.O.M.I., esperienze che ci hanno portato a conoscere tanti laici e padri oblati che hanno contribuito ad indirizzare e consolidare la nostra formazione religiosa e a radicarci nella scelta di Dio al centro della nostra vita attraverso il Carisma di S. Eugenio.
Abbiamo cercato di vivere fedeli al carisma prima come fidanzati, poi come sposi. L’arrivo dei figli ci ha portato a fare scelte diverse. Abbiamo dovuto lasciare il COMI, le attività di volontariato e gli impegni parrocchiali ma, intanto, il Signore ci ha dato modo di conoscere più da vicino l’AMMI grazie a Rolando e Rita Polzelli. È così che la nostra fedeltà al Carisma ha trovato nella realtà di questa Associazione il terreno su cui continuare a crescere come persone, come coniugi e come genitori, impegnandoci a realizzare il messaggio di S. Eugenio per arrivare alla Santità, da ricercare ogni giorno.
Essere Santi gli uni per gli altri, in famiglia e a lavoro: Impegnativo e Difficile! La formazione, la condivisione della vita concreta e spirituale in Comunità, le amicizie, che ancor oggi durano, le difficoltà e il dolore per la perdita fisica o spirituale di alcuni di noi, HANNO RAFFORZATO LA FEDELTÀ AL CARISMA DIVENENDO PUNTI CARDINE IN UNA SORTA DI FORMAZIONE PERMANENTE.
Adesso, vicini ai 70 anni, ripensiamo spesso a quante persone e padri oblati sono passati nella nostra vita lasciando tutti un segno positivo, e i momenti difficili e controversi che hanno costellato questi 40 anni di AMMI, sono stati per noi il sale della vita perché hanno accompagnato tutte le nostre scelte facendoci comprendere l’importanza di appartenere a questa grande Famiglia. Anche oggi che siamo nonni di 4 nipotini cerchiamo di vivere la fedeltà a quel messaggio di Evangelizzazione che ci ha affascinato e “indirizzato” fin da giovani fidanzati.
La nostra frequentazione alle attività missionarie e agli incontri si è alquanto diradata per svariati motivi (cura dei genitori e dei nipoti, ecc…), ma nonostante gli impedimenti e le difficoltà, cerchiamo di rimanere fedeli a Dio e al Carisma attraverso ciò che siamo chiamati a fare oggi, e di rimanere in contatto con la VITA dell’Associazione e quella di tutta la Famiglia Oblata consci che, nonostante tutto, Essa continua a scorrere anche in noi, in modo meraviglioso e sempre nuovo, attraverso le giovani generazioni e le nuove sfide del futuro.
Carlo e Cristina Capobianco.
DOMANDE PER LA RIFLESSIONE
1. Ripensando alla tua storia personale, ti capita di riflettere sulla vocazione che ti ha portato a far parte dell’Ammi e sulla tua storia di associato?
2. Cosa cambieresti e cosa valuti così importante da poter essere una proposta di salvezza per tutti coloro che incontri?