Quei primi anni dei Missionari OMI a Messina furono davvero intensi. L’appello di mons. Francesco Fasola, la casa in centro città, i giovani del Centro giovanile, la presenza delle Suore francescane dei poveri, le prime missioni al popolo… Una grande idealità, una forte comunione, un impegno missionario a tutto campo su Sicilia e Calabria, erano gli ingredienti principali della nuova azione missionaria. Gli Oblati iniziano una presenza ufficiale nella città del famoso terremoto di inizio 1900, il 31 luglio del 1976, anche se già nel 1974 erano iniziati contatti con il territorio. Sono trascorsi, dunque, 40 anni e sono quasi una quarantina gli Oblati che si sono avvicendati nelle due sedi che la comunità oblata ha avuto in questo tempo della sua storia messinese: via Centonze in centro città ed il Centro Agape a Gesso, frazione sulle colline, direzione Palermo. Il ministero par- rocchiale, le missioni popolari, l’insegnamento nelle scuole superiori, il recupero dei tossicodipendenti, sono solo alcuni degli impegni che gli OMI hanno assunto in questi quattro decenni. Gli inizi furono semplici ma carichi di grande vitalità. Siamo nel decennio successivo al Concilio Vaticano II, in un’epoca di fioritura della vita religiosa in Italia. In un momento delicato per la società e la chiesa italiana, gli ideali della sequela christi, della comunità, della missione, dell’uscire dal proprio piccolo mondo per impegnarsi a favore dei poveri, erano sentiti e vissuti con vivacità, investendo generosamente la propria vita.
Le celebrazioni a Messina, nel mese di giugno di quest’anno, hanno riproposto quegli inizi con qualche vena nostalgica da parte di alcuni, con gratitudine da parte di tutti. La presenza di p. Louis Lougen, superiore generale dei Missionari OMI, è stata una conferma del cammino. “Vorrei benedire e incoraggiare tutti voi, miei confratelli Oblati e membri della famiglia oblata, nella vostra vita e missione qui a Messina. – ha avuto modo di affermare – Siete pieni di zelo apostolico e la partecipazione di cosi tante persone è una testimonianza di una chiesa viva costruita su Cristo e riunita nell’amore dello Spirito Santo. Come comunità missionaria avete risposto concretamente a molte sfide e situazioni qui, in questo contesto. Avete adattato la vostra risposta missionaria e avete attuato un discernimento per i cambiamenti necessari, per nuove vie e nuovi metodi in sintonia con i segni dei tempi”.
L’energia di una presenza missionaria su un territorio si nutre di grande idealità, di congiunture favorevoli e di una certa flessibilità che assicura l’ascolto dei “segni dei tempi”.
(editoriale di Pasquale Castrilli omi, tratto da MISSIONI OMI 08-09/2016)
[…] In questo numero: – Editoriale, di p. Pasquale Castrilli; – Una biblioteca di consultazione, di p. Fabio Ciardi; – La […]