Chi di noi non porta dentro di sé il volto di qualcuno che gli ha detto una parola che ha solcato il cuore per sempre, con un gesto che si è impresso nella memoria e nella carne ancora fremente al solo pensarci?
Così succede che, in certi momenti, la vita assomiglia ad un uomo che, tornato da un viaggio, chiude la porta e sfoglia l’album delle foto scattate. Mentre la vita continua a scorrere fuori vede che le gioie vissute sembrano volate lontano con il vento, mentre gli strappi, le scoloriture, quei volti induriti, sono ancora lì, fermi, tanto indelebili quanto più sono amari. C’è chi decide allora di far finta di niente e prosegue a sfogliare il suo album, c’è chi lo chiude pensoso e chi cerca di cancellare quei ricordi come si fa con una macchia che ormai ha sporcato tutto il vestito.
Ma ad un certo momento viene Uno che attraversa la porta chiusa e si ferma tra noi come un amico, riempiendoci di stupore. Lui era il tradito, il rimasto solo, il colpito, il deriso, lo scartato e gettato via e ora è lì con le braccia e le mani aperte a dirci che ha vinto ogni male, compresa l’assurdità della morte. Allora ritorna la gioia a coprire tutto e a far dimenticare il dolore, con un sorriso che lascia entrare una nuova pace che abbraccia ogni cosa. Un alito di amore e di calore penetra il cuore e il soffio dello Spirito di Colui che è risorto riapre l’album della vita dicendo: «A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (Gv 20,23).
Forse non ci aspettavamo proprio questo, forse avremmo preferito fare qualcosa di nuovo e invece Egli ci porta proprio da coloro che dobbiamo perdonare. Sembra dirci che non possiamo ricominciare senza lasciare che l’amore cancelli tutto il male, affinché niente sia privo di senso e nessuno vada perduto, nemmeno coloro che, senza il nostro perdono, sarebbero come foto gettate via, tra cocci di vita sciupati per sempre.
p. Salvatore Franco omi