San Giuseppe ha un posto importante nella vita della Congregazione. Il Manuale di preghiere del 1865 lo designava come “principale patrono e protettore speciale della Congregazione” e gli offriva litanie più fiorite di quelle dei nostri giorni (cf. Manuel de prières et cérémonial, Paris, 1865, p. 54-57).
Sant’Eugenio si riferisce a san Giuseppe chiamandolo: “il mio santo patrono, [il] grande san Giuseppe”. E ancora: “il nostro grande patrono san Giuseppe”. Quando l’economo di una casa gli esponeva lo stato critico delle finanze, rispondeva: “Fate prima d’ogni cosa una novena a san Giuseppe; egli è il padre che nutre la Congregazione”. Raccomandava inoltre d’invocare san Giuseppe per ottenere vocazioni, affidava le nuove reclute “in modo specialissimo alla protezione del nostro Grande Patrono san Giuseppe”, e pregava personalmente per gli scolastici durante la messa pontificale “nel giorno prezioso della nostra grande festa di san Giuseppe”. Anche quando la malattia colpiva uno dei suoi, ricorreva a san Giuseppe.
Il nostro desiderio più vivo è stato sempre di onorare con tutto il nostro cuore, e di esaltare con tutta la nostra capacità l’eccellenza, la santità, il potere e la predestinazione ammirevoli del beato e gloriosissimo san Giuseppe. Egli, fin dall’eternità e per un privilegio unico, è stato scelto fra tutti gli uomini per essere lo sposo della beata Vergine Maria senza macchia, e il padre putativo di nostro Signore Gesù Cristo.
A lui furono affidate la custodia e la protezione dell’Immacolata Madre di Dio, la persona sacra del verbo incarnato, e anche la vita, la cura e la protezione della sua santa umanità. L’eterno Padre lo ha preposto alla testa della santa Famiglia e lo ha esaltato fino ad affidarglielo, oserei anzi dire che sembrò rinunciare, rimettendola nelle sue mani, all’incommutabile autorità che possiede sul suo Figlio unico, nel quale si compiace. Arricchito da tanti favori celesti, san Giuseppe non solo merita di nutrire, riparare e salvare il Re del cielo e della terra, ma anche di dirigerlo e di dargli ordini come ad un suddito. Che potere sulla Madre e sul Figlio di Dio! E, per colmo di grazia, questo grande santo visse continuamente in compagnia di Gesù e di Maria, nell’ambiente più santo e santificante che ci sia mai stato, e condusse con loro una vita santissima, intimamente unito da relazioni totalmente spirituali.
In verità, avendo egli attinto con meravigliosa abbondanza le acque della grazia alle sorgenti del Salvatore, non siamo in grado di stimare fino a che punto aumentò e moltiplicò le eminenti virtù di cui Dio lo aveva gratificato. Era opportuno per la sapienza e la bontà di Dio, che concede favori e grazie in proporzione ai compiti cui chiama, ornare san Giuseppe dei tesori più ricchi delle virtù, per renderlo atto a compiere l’alta mansione alla quale fu innalzato, la più sublime che sia mai stata concessa ad una creatura. Lo vediamo così tenere il primo rango dopo Maria. Per questi motivi desideriamo da tanto tempo dare al potentissimo protettore di Gesù e di Maria, così generoso verso quanti lo invocano, una testimonianza palese della nostra sovrana venerazione. (Primo decreto dell’Ordo del 1839, col quale Sant’Eugenio, nuovo vescovo di Marsiglia, annuncia di avere scelto questo santo come patrono speciale suo, della sua diocesi e di tutti i fedeli affidati alle sue cure pastorali; Rambert, II, p. 576-577)
(da F. Ciardi, Un anno con Sant’Eugenio)