“Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e alla loro morte la luce di Dio”. Questa è una delle quindici promesse che la Vergine Maria ha fatto a san Domenico di Guzman (1170-1221) per coloro che devotamente recitano il Rosario. San Domenico e i domenicani furono i principali propagatori di questa preghiera mariana che accompagna generazioni di cristiani. Le promesse, e tra queste quella che indichiamo, furono ripetute al beato francese Alain de La Roche (1428-1475) anch’egli domenicano. Fu lui il primo a stabilire i tradizionali quindici misteri del rosario distinguendoli in gloriosi, gaudiosi e dolorosi. Misteri che sono stati arricchiti e completati dai misteri luminosi nel 2002 quando papa Giovanni Paolo II li enunciò nell’enciclica Rosarium Virginis Mariae.
C’è un bisogno di luce nel cammino dei giorni. Per tenere il cuore integro, gestire gli eventi dolorosi e contraddittori, lavorare per il regno di Dio. La luce di Dio indirizza all’ascolto, all’amore, al perdono, alla riconciliazione. La nostra vita, del resto, brilla quando è avvolta da tali virtù che si trasformano in gesti, opere, incontri. La luce di Dio può rifrangersi (e quindi diffondersi) attraverso creature non perfette, ma appassionate, che vivono un po’ di autenticità, che sorridono alla vita riempiendo occhi e cuore di ottimismo e genuina speranza. Quando incontriamo una persona luminosa restiamo colpiti e affascinati. E in qualche maniera ne facciamo un punto di riferimento della nostra vita: la osserviamo, la frequentiamo, la imitiamo. Nulla di pericoloso o sconveniente: stiamo parlando della luce di Dio che si diffonde attraverso le parole e la vita di un testimone, fragili e autentiche al tempo stesso.
La luce di Dio è necessaria anche al momento della morte, quando la luce del mondo si spegne e si entra nella dimensione del mistero. Momento di solitudine, di consapevolezza estrema, di richiesta di perdono. E “nell’ora della nostra morte” c’è la Madonna, come affermiamo recitando in vita la preghiera dell’Ave Maria. A lei ci rivolgiamo spesso per avere conforto e luce per discernere. La Vergine ha brillato della luce di Dio che l’ha resa Immacolata e al tempo steso raggiungibile, vicina, modello e compagna. E così il Rosario, questa antica preghiera litanica che recitiamo dal XV secolo, ci conduce in Dio e nella sua luce. Ci aiuta a contemplare Cristo, figlio di Dio e figlio dell’uomo, accompagnati da Maria e a trarne le conseguenze migliori per orientare la vita. Le ombre ci sono (e a volte sono ben visibili), ma c’è anche la luce di Dio.
(Editoriale di p. Pasquale Castrilli, da Missioni OMI 5/2018)