LASCIARSI EVANGELIZZARE
La Parola di Dio
Perché questo tuo fratello è morto ed è tornato in vita, era perso ed è stato ritrovato.
Lc 15,32
Per riflettere
Il figlio smarrito sente che il cammino di vita che aveva lasciato era meglio di quello nuovo che lo ha portato alla rovina; sente che la sua vita ha una via di uscita, deve rialzarsi; sente che la porta di casa sua ha una luce accesa e sente che l’affetto del “PADRE” è più forte della lontananza e comincia una nuova vita. Pian piano, con il cuore pieno di speranza lascia tutto ciò che non gli è servito per vivere, corre, corre perché ha bisogno di vivere di nuovo nella casa del “PADRE” e quando si rende conto apre gli occhi e vede che un’altra persona corre verso di lui e lo abbraccia. È suo PADRE. È di nuovo figlio. Si fa festa: FIGLIO con tutti gli onori e diritti.
Il perdono e la riconciliazione riempiono la sua vita; il passato non conta più. Ha sperimentato l’amore del Padre, l’amore di Dio si è manifestato quando ha affidato a Lui il suo peccato.
Questa è la storia del figliol prodigo che Gesù ci ha raccontato un giorno. Ci ha voluto dire che il cuore del Padre è sempre una casa in festa, è un cuore sconcertante perché solo amando, solo perdonando riconosce la vita e noi, come il figliol prodigo, dobbiamo farci evangelizzare e sperimentare la tenerezza del PADRE.
La parola EVANGELIZZAZIONE deriva dalla parola greca evangelizein che significa letteralmente “portare buone notizie”. L’evangelizzazione è condividere che la morte di Gesù Cristo, la sepoltura e la risurrezione hanno vinto il peccato.
La buona novella è che possiamo essere ricollegati a Dio ed essere certi dell’eternità con Lui in Paradiso quando crediamo in Gesù Cristo. Questo dono di un rapporto senza fine con Dio è a disposizione di tutti ma non tutti hanno ascoltato la Buona Novella: è per questo che l’evangelizzazione è così importante.
Con le sue ultime parole prima di ascendere al Cielo, ordinò ai suoi seguaci di condividere la BUONA NOVELLA: “Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni” (Mt. 28:19).
Ogni credente dovrebbe essere coinvolto nel condividere la Buona Novella e nel fare discepoli.
Come lasciarsi evangelizzare?
Lasciarsi evangelizzare dai bambini… Ai bambini bisogna accostarsi con rispetto e con fede. Dire con Rispetto significa che il bambino è fragile; dire con Fede significa riconoscere che il bambino è pieno di Dio.
Avvicinarsi a lui consapevoli che la Grazia del Battesimo ne ha fatto una creatura nuova e che lo Spirito Santo è già messo dentro di lui. Noi non gli regaliamo niente in questo caso, il minimo della fede consiste nel lasciarsi evangelizzare dai bambini.
Don Tonino Bello
La vita di S. Francesco rimane una sfida per tutti
Lasciarsi evangelizzare dai poveri in che cosa consiste per noi? È necessario per noi cristiani, oggi, lasciarsi evangelizzare dai poveri, perché tutto il nostro linguaggio è un linguaggio lontanissimo dal Vangelo di Cristo. Il nostro è un linguaggio di profitto, di benessere, di mezzi tecnologici…
Il movimento di Francesco nel suo aprirsi con occhi nuovi e diventare l’uomo nuovo del tempo fu proprio questo introdursi progressivamente nel mondo dei poveri e vedere il mondo secondo i loro occhi. Francesco si stacca dalla classe sociale agiata a cui appartiene e cammina verso i poveri…
È bellissima l’applicazione che S. Bonaventura fa della vita di S. Francesco dei due spiccioli che aveva la povera vedova del Vangelo, i due unici spiccioli che aveva e che offrì al tempio. Francesco aveva solo due spiccioli: il corpo e l’anima, due spiccioli che lui ha offerto nel lavoro impegnato per la costruzione del tempio del Signore in se stesso
Marsiglia – Diocesi in Cantiere con Eugenio De Mazenod
Era necessario in primo luogo ricostruire le pietre visibili del Tempio.
Mons. De Mazenod si fece costruttore. Il suo lungo episcopato è contrassegnato da chiese emerse dal suolo, di opere locali, di terreni comprati e sistemati: la cattedrale, che fu la grande sollecitudine della sua vita, la costruzione di Notre Dame de la Garde, i seminari e la loro residenza di campagna, il collegio del S. Cuore, la Santa Famiglia, che fu il primo seminario minore…
Di pari passo con le costruzioni vanno le opere. Si può dire che Marsiglia deve al grande vescovo la maggior parte delle sue opere religiose. La sua sollecitudine costante fu quella di creare o riportare a Marsiglia le comunità religiose che considerava come centri nevralgici della vita di fede. Se c’è qualcuno che si è identificato con la città di Marsiglia dedicandogli la propria vita, questi è Eugenio De Mazenod.
De Mazenod è il maestrale ed il fuoco e, quando i due si uniscono è l’incendio nei boschi.
Ecco l’audacia di chi si è lasciato Evangelizzare e a sua volta è diventato evangelizzatore attraverso quello che è stato e quello che ha compiuto.