GESÙ IL POVERO

Svuotamento e Spogliamento

In questo mese vogliamo riflettere sul tema “Gesù il povero” in una situazione di grande povertà che ci vede coinvolti tutti a causa della pandemia coronavirus che ci sta facendo vivere un vero e proprio svuotamento e spogliamento di tante sicurezze che avevamo e che di colpo non abbiamo più e non ci incontriamo più come prima. Per questo la nostra comunità Ammi di Santa Maria a Vico ha deciso di preparare il foglietto “a distanza” per continuare a camminare insieme in questo momento di grande difficoltà, risponde così inverosimilmente a quello che ci sta accadendo in questo periodo che, provvidenzialmente, cade proprio a pennello per noi.

Filippesi 2,5-11

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

Uno spogliamento surreale

È provvidenziale questo testo di San Paolo ai Filippesi, proposto nella traccia del tema dell’anno, che parla dello spogliamento e svuotamento di Gesù, che da ricco si è fatto povero per noi. Esso ci offre una chiave per vivere questo momento drammatico causato dal coronavirus nel tempo di Quaresima che si è convertito in un tempo di Quarantena. Siamo stati spogliati delle nostre sicurezze, abitudini, ritmi di vita, progetti, programmi, previsioni. Sembra surreale lo scenario che vediamo sotto i nostri occhi: strade e piazze svuotate, un deserto mai visto prima, un silenzio mai vissuto prima. Motorini, macchine, autobus, metropolitane, treni, aerei non più ad affollare lo spazio della terra e del cielo ma fermi e parcheggiati. Si riempiono gli ospedali e molte strutture diventano dei veri ospedali da campo, e la maggior parte costretti a rimanere a casa. E mi viene in mente la frase del nostro caro beato martire p. Mario Borzaga: Domani le strade saranno le nostre case; e se saremo costretti ad ancorarci in una casa la trasformeremo in una strada che conduce a Dio.
Allora questo spogliamento e svuotamento può diventare opportunità per vivere una vita più povera ma ricca di gesti d’amore, di solidarietà, come non mai a gomito a gomito e a distanza. Il coronavirus ci ha messo in ginocchio ma proprio da questo inginocchiarci può nascere un nuovo tempo di adorazione per Colui che nel Suo Nome ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

Condivisione ed esperienze

Il comandamento nuovo che Gesù ci dà di amarci gli uni gli altri, ci fa capire che non c’è cosa più grande. “È proprio il momento che viviamo”. Mai come adesso è il momento di metterlo in pratica, di ricordarsi di chi è lontano e rischia la vita per lavoro perché costretto a stare fuori casa. È una prova per tutti, ma in questo dobbiamo scoprire l’essenziale dei valori, sapendo bene che è solo in Lui e in Lui che c’è la forza di andare avanti. Oggi siamo ai piedi della croce in sua compagnia e domani sempre con lui avremo la gioia della resurrezione. Signore in te confidiamo per un giorno nuovo. Maria veglia su di noi con il tuo amore materno. Personalmente ho messo da parte i miei eterni dubbi. Mi sto inginocchiando davanti a Gesù Eucarestia in queste quarant’ore e chiedo come posso essere utile in questo momento. Anche un gesto semplice come una telefonata può essere gradita, e di incoraggiamento.
(Maria Manna)

L’amore di Dio non fa distinzioni, ci tratta tutti in egual modo, perché fratelli e figli dello stesso Padre. Nella nostra povertà usa bontà e misericordia amandoci e perdonandoci perché noi ci sentiamo tanto ricchi delle nostre convinzioni, certezze umane, ed egoisticamente, anche in questi momenti difficili che stiamo vivendo, tendiamo a chiuderci, anche in buona fede, perché paurosi, e come tali non ci affidiamo a fidiamo di Dio che non vuole altro che il nostro bene. Io nel mio piccolo sento ancora di ridirgli il mio sì e di dirgli conta su di me. Figli di S. Eugenio che ha scelto e prediletto i poveri, non solo economicamente ma dai mille volti e storie, ci dobbiamo sentire ancora più orgogliosi per abbattere queste disuguaglianze e avvicinarci sempre di più al prossimo, che sono i miei familiari, colleghi di lavoro, ogni uomo e donna. Essere in perenne missione, con la preghiera, per poter dire un giorno come S. Eugenio “i poveri sono stati evangelizzati”. Siamo tutti poveri di fronte all’immenso amore che Dio ha per noi.
(Giovanni Cesaro)

La povertà spaventa, genera paura e senso d’insicurezza, ma noi la intendiamo come ricchezza, quale capacità di vivere e scegliere l’essenziale, capacità di gustare la semplicità come percorso durante il quale ci si libera di tutto ciò che è superfluo, come in questo delicato momento. “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù” si rivela, credendoci e vivendola, una parola che veramente dona la vita piena. Pertanto diviene conseguenziale e doveroso venire incontro ad un fratello in difficoltà se non perdiamo di vista il messaggio di Gesù, che non ha tenuto per sé la ricchezza di appartenenza divina ma ne ha fatto partecipe l’umanità-famiglia a lui cara e per la quale si è fatto povero, nato povero, perché l’uomo diventasse ricco. Offrire vicinanza ai poveri non è, dunque, optional per un cristiano, ma un dovere condito d’amore.
(Nadia e Marco)

Quando ho visto il tema di riflessione di questo mese “Gesù il povero” il primo pensiero che mi è venuto, è stato quello di chiedermi chi era il povero per me. A differenza di tanti, per me non è stato un periodo di restrizione o di quarantena, in quanto lavorando in farmacia negli ultimi giorni abbiamo lavorato molto più del solito. Negli ultimi quindici giorni siamo stati chiusi solo un sabato pomeriggio ed è stato un periodo in cui non sono mancate le occasioni per chiedermi chi era il povero per me, forse il vecchietto in difficoltà che ti chiede la posologia dei farmaci da prendere, oppure la signora che ti chiede di portarle i farmaci a casa perché non può uscire in quanto ha il marito a letto, o semplicemente metterti in ascolto dei tanti che chiedono spiegazioni su come comportarsi e ti riversano addosso tutte le loro ansie e paure per il momento che noi tutti stiamo vivendo. Sono giorni in cui sento che solo se pensi che in ogni persona che incontri può nascondersi il volto di Gesù povero avrai la forza di continuare a sorridere, rincuorare, ascoltare, dare una parola di conforto, in breve amare chi ti sta di fronte, avendo la certezza che: “qualunque cosa avrete fatto al più piccolo di questi miei fratelli l’avrete fatta a me”.
(Tonino de Matteo)

Preghiera

Sant’Eugenio,
quanto vorrei fare, anch’io, questa esperienza del “Venerdì santo”. Vorrei, anch’io, lasciarmi entusiasmare, una volta per tutte, dallo sguardo d’amore del Cristo, lasciarmi condurre in quel vortice di sguardi reciproci, di mani tese e di una fedeltà più forte della morte.
Insegnami a fermarmi davanti alla Croce per uscire dalle abitudini e dalla routine.
Insegnami a trovare nella Croce l’unico senso della mia vita perché cristallizzi l’amore, l’amore sperato e l’amore ricevuto, l’amore dato e l’amore reso.
Insegnami a guardare la Croce come lo specchio che mi fa vedere davvero come sono. Non col mio volto di povero peccatore infedele. Ma col mio vero volto, quello che ha fatto innamorare Dio “quando vuole che il suo cuore parli al mio”.
Insegnami a trovare il significato di ogni giorno “mettendo ogni cosa ai piedi della Croce … ed essere tranquillo dopo averlo fatto”.
Insegnami ad entusiasmarmi della follia della Croce e a dire ogni giorno “è incredibile essere amato a tal punto”, e a ripetere con l’apostolo Paolo: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Gal 6,14).

… È la prima volta, dacché ci siamo riuniti, che non ho celebrato la Pasqua coi miei fratelli, e mi sento così triste per tanta privazione! …
Sant’Eugenio

La comunità di Santa Maria a Vico augura a tutti una Santa Pasqua.
Che sia veramente una Resurrezione