La gioia del Natale, festa per eccellenza della cristianità, va vissuta con autentico realismo, perché l’evento della nascita di Cristo è fondato, non è una favola. Si sa che le feste sono accompagnate da simboli e singolarità culturali, come anche da emozioni e sentimenti. Anche i pensieri abitano i nostri giorni di festa riportando presso di noi persone care, eventi lieti del passato… Ho pensato di prepararmi al Natale con un mese di anticipo scegliendo, a fine novembre, alcuni pensieri che vorrei mi accompagnassero in quel giorno. Vorrei condividerli con gli amici di Missioni OMI. Il giorno della nascita del Salvatore penserò sicuramente al cosiddetto “corridoio dei Balcani”, le porte di accesso all’Europa in Serbia, Macedonia, Slovenia e altrove, dove in questi mesi sono passati migliaia di migranti. Passeranno a piedi, da questi varchi, anche il 25 dicembre e nei freddi mesi invernali con bambini, anziani e portatori di handicap. Penserò ai cristiani che vengono minacciati in varie parti del Pianeta, proprio in questi giorni in cui si avvicina la festa per eccellenza del mondo cristiano, con attacchi e intimidazioni verbali o virtuali. Il pensiero andrà anche alle persone in carcere che rischiano molto nelle ricorrenze festive.
Secondo alcune statistiche, sono proprio i giorni tra Natale e l’Epifania quelli con il maggior numero di suicidi nelle carceri. Penserò ai missionari e alle missionarie che vivono la festa lontano dalla loro famiglia d’origine, cittadini del mondo, inseriti nelle tradizioni della gente che amano e servono con dedizione e sacrificio. Come anche ai tanti pranzi di Natale organizzati dalle caritas parrocchiali e diocesane, dalla comunità di S. Egidio e da tante associazioni lungo tutta la nostra Penisola, pranzi che esprimono solidarietà, vicinanza e calore ai poveri, ai senza fissa dimora, ai migranti e agli anziani. Rileggerò con soddisfazione le cifre al ribasso delle vittime dei giochi pirotecnici, i famigerati ‘botti’ che abbondano nel periodo festaiolo di fine anno.
Penserò a quelle persone che in questo anno che si conclude hanno preso in mano la propria vita decidendo di rimuovere da essa abitudini nocive nel campo dell’alimentazione, della sedentarietà, dei comportamenti. Come anche a quanti accoglieranno la grazia di Dio nel Giubileo della Misericordia per pentirsi, perdonare sé stessi e rinascere. Queste riflessioni mi piacerà considerare nel giorno della nascita del Redentore, con la speranza di una maggiore umanità, di una migliore solidarietà, di un ulteriore speranza.
di p. Pasquale Castrilli OMI
Editoriale di Missioni OMI 12/2015
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