Domenica di Pasqua

Come deve essere stato bello svegliarsi la mattina di Pasqua (…mentre era ancora buio) e trovare quell’incredibile sorpresa. Le donne, giunte al sepolcro lo trovano vuoto. Il maestro era risorto! Una notizia straordinaria per le donne e gli 11 apostoli, a compimento della settimana sicuramente più brutta della loro vita. Ma la cosa era così incredibile e assurda che ci ha messo un po’ per essere accolta fino in fondo. Da principio si è dovuta scontrare con la paura del furto del cadavere di Gesù (solo quello ci mancava!), con lo sgomento, l’angoscia, lo sbigottimento e lo stupore. Ma era tutto vero: Gesù era veramente risorto! In barba a quanti avevano fatto di tutto per porre fine alla sua vicenda e non sentir più parlare di lui.

In quell’ultima famosa settimana, quante persone avevano giocato un ruolo in questa storia? Quante persone avevano rivestito una parte importante perché tutto ciò che era accaduto accadesse?

La settimana Santa si è aperta, la Domenica delle Palme, con la lettura della Passione secondo San Luca; una carrellata di personaggi diversissimi tra loro, impegnati ciascuno a dare un contributo per la morte di Gesù; nel Venerdì Santo abbiamo poi letto la stessa storia secondo il racconto di San Giovanni. E, anche qui, spiccavano non poche figure che si adoperavano con lo stesso zelo per lo stesso obiettivo. Se il racconto della storia si fosse fermato a ieri notte, avremmo potuto dire che tutti questi personaggi erano usciti vincitori da questa settimana, perché l’unico perdente era proprio quel Galileo strambo che affermava di essere figlio di Dio. La mattina di Pasqua spazza via ogni dubbio. Il vero e unico vincitore è quel Gesù venuto da Nazaret, a cui pochissimi avevano dato credito fino in fondo. Fin quando profetizzava di sé, dicendo che sarebbe stato arrestato, torturato e messo a morte, forse era abbastanza credibile, visto come si era messa la situazione; ma sul fatto che sarebbe risorto… vabbè dai, sono cose che si dicono!

A Pasqua l’unico vincitore è Gesù, è l’amore. E l’Amore vince, sempre!

Pasqua è un po’ l’icona di come va la vita, di cosa in fondo “funziona” e cosa no.
Sembrava che avesse vinto giuda con la sua delusione nei confronti di quel maestro che “non si svegliava,” che non si decideva a liberarli dai romani; sembrava avesse vinto il suo tradimento. E invece no, non ha vinto né la delusione né il tradimento. Così come non ha vinto la paura di Pietro, che lo rinnega tre volte bestemmiando, quando tentano di farlo passare come amico suo. Non ha vinto l’odio e il rancore dei sommi sacerdoti, preoccupati di perdere il loro potere sulle folle. Non ha vinto la vendetta dei farisei, che avevano giurato diverse volte di fargliela pagare. Non ha vinto la fuga degli amici, che lo hanno lasciato solo nel momento in cui più aveva bisogno di loro. Non ha vinto la folla, che gridava a squarciagola “crocifiggilo!”; quella folla che pensava che si potesse vivere meglio con un dio inventato da loro e non con il Dio-amore che si rivela all’uomo. Non ha vinto la violenza dei soldati, che avevano sfogato per un paio di orette la frustrazione di vivere lontani da casa in un posto sconosciuto e anonimo. Ha vinto l’Amore, e solo l’Amore!

Ci hanno provato ad imbrigliarlo questo amore; a calpestarlo, a deriderlo, a mettergli la museruola, a banalizzarlo, ad ammazzarlo. Non ci sono riusciti. L’Amore ha vinto.
Pasqua ci insegna che tutto ciò è vero anche nella vita; cos’è che “funziona”, cos’è che vince nella vita? La paura? No. Il rancore? No. La voglia di vivere senza Dio? Neanche. E nemmeno la fuga, nemmeno la tristezza, nemmeno la delusione. Non funziona la vendetta, non funziona l’odio, non funziona la violenza, non funziona l’indifferenza. Perché, a dispetto del fatto che l’uomo insista sul puntare su queste realtà, e da 2000 anni si illuda che funzionino, ci sarà sempre un mattino di Pasqua che le spazzerà via.
È l’Amore che vince sempre; anche quando questo sembra non portare frutto. Perché l’amore vince “solo” quando ama.

L’Amore, purtroppo, non è riuscito a salvare Giuda, ma perché Giuda si è rifiutato di amare. L’Amore non è riuscito a salvare Pilato, che la storia racconta essere morto in disgrazia, lontano da Roma, con gravi accuse di corruzione, perché Pilato non ha amato. L’Amore non è riuscito a salvare tanti di quella folla che voleva, con il sangue agli occhi, Gesù sul patibolo, perché questi non hanno amato.
Ma l’amore di chi ha amato, questi sì, ha vinto. Del resto, ce lo insegnano i tanti martiri della storia, calpestati in nome di questo Amore. Tutti vincitori, senza eccezione.
L’amore disprezzato, l’amore rifiutato, l’amore tradito, l’amore ammazzato… questo ha vinto. Senza retorica.

E allora io mi ridico, ancora oggi, che se devo giocarmi la vita su qualcosa, me la gioco sull’Amore. Per usare un termine pokeristico: “all-in” sull’Amore.
Perché l’Amore, alla fine, vince sempre.
Sempre.