Alberto Gnemmi
Con il Cielo nell’anima
Editrice Missionari OMI
2024, 136 pp., 12 €
“Padre Ettore Andrich (1942 – 2014), membro della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, è stato un religioso come tanti altri, uno dei tanti preti della terra veneta, un missionario che non è mai stato fuori dai confini italici. È stato amato e criticato, stimato e anche umiliato, come capita a chi cerca di fare qualcosa in cui crede per gli altri.
Verrebbe da dire, per sua fortuna, che è stato un uomo normale. Sicuramente, non un eroe, almeno secondo alcuni cliché storiografici.
Eppure, se si scrive di lui, mentre tanti ne parlano, è perché quest’uomo, almeno per coloro che l’hanno conosciuto, è stato “unico”. Per loro è stato padre Ettore Andrich, il religioso dagli occhi trasparenti come si poteva immaginare la sua anima, dallo sguardo che sapeva andare oltre la superficie di chi gli stava di fronte e che ti leggeva nell’anima. Era il missionario dei ragazzi e dei giovani, delle famiglie e della gente semplice. Era il musico che, sforzandosi anche di cantare, suonava non per esibirsi, ma per invitare a fare coro, perché insieme, così la pensava, era cento volte meglio.
Un uomo che a prima vista dava l’immagine della severità, mentre possedeva uno spirito innocente che lo faceva bello come le rocce a strapiombo delle Dolomiti, montagne tra le quali era nato.
Un prete con la fede tipica della gente veneta; un religioso dalle convinzioni pure. Un missionario che non si arrendeva ai modelli della cultura imperante. Senza anima, come lui commentava.
Padre Andrich ha cercato di essere un uomo di Dio, credendo senza pudore nel Paradiso.
Ha vissuto con il Cielo nell’anima. Ora la sua anima è in Cielo.
Chi l’ha incontrato e conosciuto lo pensa là. Appunto, in Dio.” (dalla quarta di copertina)
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